Luci d’Artista 2010: idea illuminante!
[ARTI VISIVE]
TORINO- “Questa storia racconta come Luì il matto riuscì a trovare i bambini perduti nel Bosco Silenzioso e tutti gli altri, cani, soldati, gatti e mamme con cestini. E si spiega perché Luì, per fare questo, imparò la lingua delle forme, dei suoni, dei silenzi e dei colori …”.
Si potrebbe andare avanti, raccontando la storia di “Luì e l’arte di andare nel bosco” semplicemente percorrendo con il naso all’insù la centralissima via pedonale Luigi Lagrange a Torino. Esattamente così: le parole del racconto di Guido Quarzo diventano, per mano dell’artista Luigi Mainolfi, una delle 21 straordinarie opere d’arte che in questi giorni illuminano le vie e le piazze del centro storico torinese.
Luci d’Artista, evento ormai giunto alla sua XIII edizione, si inserisce di diritto all’interno di Speciale Autunno di ContemporaryArt Torino Piemonte.
L’edizione 2010-2011 vede l’introduzione di importanti novità, tra le quali l’installazione di Richi FerreroBwindi Light Mask presso il Palazzo Chiablese adiacente al Duomo. Si tratta di vere e proprie maschere identiche tra loro, provenienti da un’area compresa tra Congo e Uganda collocate in ordine sparso sulla superficie del cortile del palazzo. Il rito prende vita non appena la luce diurna lascia il posto alla notte e i cromatismi delle maschere, sostenuti dai suoni bi-vocali dei Tuva, danno vita ad una sorta di Danza Ferma.
Luci d’Artista, una vera e propria esposizione d’arte contemporanea “En Plein Air”, può e deve essere considerata come il simbolo di una concezione democratica di fare arte. L’idea è geniale: permettere a chiunque di stupirsi di fronte ad un ‘opera d’arte, indipendentemente dalla sua volontà di recarsi in un luogo istituzionalmente preposto a tale compito.
Se è vero che l’arte (specie quella contemporanea) deve essere considerata come una pluralità di esperienze (sensoriali ed emotive), ciò può far comprendere come Luci d’Artista abbia il grande pregio di mettere in moto in chi osserva prima di tutto le emozioni, per lasciare successivamente il posto alla curiosità della conoscenza: grande cosa se si pensa che tutto ciò è totalmente gratuito!
I piccoli spiriti blu di Rebecca Horn risaltano sul monte dei Cappuccini, il volo dei numeri di Mario Merz si arrampica sulla Cupola della Mole Antonelliana, Michelangelo Pistoletto scrive la sua opera sull’antica tettoia dell’orologio a Porta Palazzo e così via in una elettrizzante e inaspettata scoperta di opere in luci.
Inutile sottolineare come questa esposizione abbia un altissimo valore scenografico e qualitativo visto e considerato i nomi degli artisti che ne stanno costruendo la storia.
Per i torinesi è un appuntamento fisso: dal 1997 la città si illumina, diventando esempio sul territorio italiano di interazione tra arte e paesaggio urbano attraverso la luce.
La manifestazione è progettata dalla Città di Torino Piemonte, dalla Fondazione CRT, dalla Compagnia di San Paolo e dal Gruppo IREN, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione, la Camera di Commercio di Torino e con il supporto tecnico del Teatro Regio. Le 21 opere si spegneranno il 16 gennaio del nuovo anno, per riaccendersi ed illuminare ancora una volta Torino in occasione dell’anniversario dei 150 dall’Unità d’Italia.
Iris Arbasetti
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