Jamiroquai_ Rock Dust Light Star
CD MUSICA_ Roccia Polvere Luce Stella: i quattro elementi che danno il nome all’ultimo album di inediti dei Jamiroquai. Se si dovesse considerare l’estetica del nome e del packaging, escludendo il precedente album Dynamite, del 2005, si potrebbe pensare che i Jamiroquai siano impazziti, sopratutto a giudicare dalla scelta dell’immagine di copertina, un Jason Kay sul palco voltato di spalle che sorride in primo piano.
Il cantante solo su quella piattaforma in stile disco, circondato dai suoi fans, tempestato di luci e fotografi simboleggia l’arrivo di una star all’apice del successo, un uomo e la sua vanità. Nell’immagine di copertina, e tengo a sottolinearlo, non vi è traccia del tanto amato Buffaloman, segno di riconoscimento e marchio di fabbrica della band a livello mondiale, e non c’è spazio nemmeno per i musicisti a noi tanto cari, che hanno dato vita a questo progetto.
Rock Dust Light Star, uscito il 1 novembre, è il settimo cd in studio della band britannica, che ha visto la luce dopo anni di inattività. Il quintetto ha trascorso cinque anni tra casa di Jay nel Buckinghamshire, gli studi di Hook End Manor nell’Oxfordshire e i Karma Studios in Thailandia per concepire un disco di 12 brani, chi più chi meno in stile funk, ma con un’ondata elettronica e rock che nessuno si aspettava (sopratutto dopo le numerose dichiarazioni rilasciate dal cantante in merito ad un “back to the roots”).
Il gruppo ha rivoluzionato in toto il suo stile, ma d’altronde solo chi non osa rimane dov’è!
Come dichiarato dallo stesso Kay, il suono del precedente album Dynamite era risultato “sterile” e allora la band ha preferito fare un balzo indietro, riemergendo dalle ceneri della disco e del funk, per ricostruire la propria immagine.
Le 12 tracce qui presentate sono testimonianza indiscussa del talento di questi musicisti. Disco Funk postmoderno per la numero due “White Knuckle Ride”, dove il groove è inconfondibile, e si manifesta fin da subito come hit dell’album (e ci si chiede come mai non sia stata scelta al posto di “Rock Dust Light Star”, come primo singolo!) ma anche “She’s a Fast Persuader” non è da meno, e la band gioca in difesa su linee di basso elettrico e funky synth ripescando suoni dell’era Blaixplotation. Ma quando il sound si allontana dal consolidato stile d’annata si fa fatica a mantenere l’ascolto, con “Blue Skies” e “Hurtin” I Jamiroquai approdano in lande desolate, seppur con splendidi arrangiamenti di archi, non ci convince proprio questa nuova sperimentazione di ballate condite da riff di chitarra rock!
Per fortuna una via di mezzo la si trova nel mix di percussioni tribali e reggae di “Hey Floyd” e “Goodbye to my dancer”, ma anche “All Good in the Hood”, dove il preponderante basso di Paul Turner ci accompagna per tutti i tre minuti e mezzo della canzone, troviamo un po’ meno brillante la voce di Jason che sempre più effettata ha perso ormai lo smalto di un tempo. Ma si ritrova bellezza ed entusiasmo quando attacca “Two Completely Different Things”, un bel pezzo, ballabile e con atmosfere latineggianti, e il tanto atteso ritorno della brass section.
Un disco nuovo quindi, ma che non lascia il segno. E’ duro mantenere un livello alto e le aspettative dei fans dopo un percorso musicale come quello dei Jamiroquai, eppure considerando Dynamite si può tranquillamente affermare che questo settimo disco ha ritrovato creatività e intraprendenza, e questo può bastare.
TRACKLIST
1. White Knuckle Ride
2. Blue Skies
3. Rock Dust Light Star
4. Hurtin’
5. Lifeline
6. Goodbye To My Dancer
7. All Good In The Hood
8. Smoke and Mirrors
9. She’s A Fast Persuader
10. Two Completely Different Things
11. Hey Floyd
12. Never Gonna Be Another
Laura Fioravanti
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