Erodiade. L’amore di una donna
[TEATRO]
ROMA- Il 19 ottobre si è aperta la stagione 2010 – 2011 al Piccolo Eliseo Patroni Griffi con un’eccezionale Maria Paiato nei panni della concubina di Erode, dalla recitazione così passionale e completa, che coinvolge il pubblico in ogni scena, ogni monologo, ogni azione.
Luci, plexiglass, acciaio, musica heavy metal per trasportare la storia di una donna innamorata fino alla follia alla fine degli anni ‘60, quando la sua storia è stata scritta da Testori. Incarnare nel moderno un passato così “escatologico” non deve essere stato facile, ma l’attrice, una straordinaria Maria Paiato, attraverso la sua presenza, la sua danza, la sua voce e interpretazione, trascina il pubblico in luoghi e storie forse conosciuti, ma finalmente appartenenti a carne e non solo leggenda.
Erodiade, concubina di Erode, parla con il suo innamorato, o meglio con ciò che ne rimane di lui: la testa. La passione viscerale di questa donna si è abbattuta sull’unico uomo che non potrà mai avere, perché già impegnato con un Essere superiore. E il nome di questo uomo è Jokanaan, meglio conosciuto come San Giovanni Battista.
Erodiade, folle d’amore verso il cugino di Gesù cerca di farlo suo, come tutti gli uomini fino ad allora conosciuti, ma di fronte alla fede e alla forza di lui vengono meno le sue capacità di seduttrice. Quasi a dire: “se non mio di nessun altro”, Erodiade escogita uno stratagemma per potersi liberare di questo uomo, questa presenza, questo corpo da cui lei è attratta e respinta. Lascia il suo posto di concubina tra le braccia di Erode a sua figlia, la giovanissima Salomé, chiedendole un unico favore: solo lei può convincere il re a tagliare quella testa, a chiudere per sempre quella bocca che anziché baciare si ostinava a profetizzare.
Così Erodiade si ritrova sola, senza un uomo, senza una figlia che rinnega sua madre, senza un compagno di letto, ma solo con una testa con cui parlare di gioia, amore, sofferenza. Completamente identificata nella sua passione impossibile, Erodiade sfida il Dio di Giovanni e cerca la morte in scena.
Composta tra il 1967 e il 1968, Erodiade fu pubblicata per la prima volta nel 1969 e quindi rielaborata nel 1984, fino al rifacimento dell’Erodiàs, inclusa nel Corpus dei Tre Lai.
A completare la già ottima performance si aggiungono una scenografia funzionale e brillante di Francesco Ghisu insieme al disegno luci di Pasquale Mari. Notevole!
Manuela Tiberi
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