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You are crazy London!

Laura Fioravanti
Laura Fioravanti

LONDRA- Vedere Manu Chao in concerto a Londra non e’ proprio una delle cose più comuni al mondo, ma da portavoce dei diritti umani, specialmente legati al Centro e Sud America, Manu Chao non e’ proprio voluto mancare a questo appuntamento organizzato da Colombiage, il cui l’intero incasso verrà devoluto all’Associazione per promuovere l’arte colombiana e per altre cause collegate sempre alla nazione centroamericana.

Evento volutamente tenuto nella zona di Brixton dove si trova la sede di Colombiane, il Coronet Theatre, un bellissimo teatro che, però, a primo impatto sembra davvero avere poco a che fare con la folle musica latina di Manu!
All’apertura dei cancelli alle 7pm (puntuali come solo gli inglesi) si viene catapultati nella grande sala dove i più agguerriti iniziano a prenotarsi per la prima fila.
Alle 19:40 dopo che il teatro si è riempito a dovere salgono sul palco i Saravah Soul, un gruppo di sette elementi per metà brasiliani e per metà inglesi. Con ritmiche di samba e bossa nova associate ad uno stile assolutamente afrofunk che ricorda il più spinto Fela Kuti, iniziano a scaldare il pubblico, in lingua rigorosamente portoghese, con estrema enfasi e voglia di far muovere la gente i Saravah Soul si cimentano in un funky latino che accompagna tutti in una folle danza, fino a quando tutti e sette i musicisti scendono dal palco, ognuno dei quali portando con sè uno strumento a percussione e, come nello stile delle migliori brass band americane, si mischiano al pubblico creando un trenino carioca!

Sono quasi le 21 quando finalmente Manu Chao, Madjid Fahem e Philippe Teboul prendono posto sul palco. Molti rimangono perplessi aspettandosi una meglio assortita formazione, ma questa data non era programmata nel nuovo tour e comunque si vedrà come due chitarre e una batteria nelle mani giuste possono rivoluzionare la concezione di musica.
A questo punto il Coronet Theatre è pienissimo e rimanere in prima fila diventa una conquista dura da mantenere, il concerto era gia’ Sold-Out dopo poche ore dalla messa in vendita dei biglietti.
E’ Madjid a dare il via ad uno show pazzo, fatto di chitarre flamenche in cui impazzano assoli velocissimi e capaci di scatenare lo stesso Manu. Ad ogni singola nota la gente va letteralmente su di giri. Manu inizia con pezzi dagli ultimi album con una ritmica ossessionante che muove l’intero teatro, struttura compresa. Esperimento brillantemente riuscito per essere solo due chitarre acustiche ed una batteria.
Manu, si sa, non si ferma mai, e partendo dalla collaudatissima “Rumba de Barcelona” si allaccia con facilità alla splendida “Mr. Bobby” canzone-dedica al padre della musica reggae Bob Marley, per poi arrivare anche ad accennare “Desaparecido”, con cui il pubblico va totalmente in estasi iniziando a pogare, destando così l’attenzione dei due enormi bodyguard che con aria da segugi tengono sotto controllo il parterre. La musica si fa più dolce con “Lagrimas de Oro” e chi ha qualcuno al proprio fianco da stringere lo fa senza esitazioni, ma il momento d’intimità dura poco perché, come per tutte le altre tracce, all’accenno del ritornello la batteria impazzisce entrando in ritmiche punk rock che smuovono chiunque.
Canzoni prese un pò ovunque, rimescolate tra loro come solo il buon Manu sa fare, canzoni che si prestano ad essere suonate da 10 musicisti con tanto di archi e fiati, ma appetibili anche solo in trio, la dimostrazione e’ vedere un pubblico soddisfatto e che non vuole fermarsi, un pubblico che chiama Manu e co. “fuori” per ben tre volte.
Bis e tris con “El Viento” e “La Despedida”, in cui Manu batte il microfono sul suo petto al ritmo del cuore, manifestando la gioia e l’amore d’aver suonato per tutti noi questa sera al grido di: “you are crazy London!”.

Laura Fioravanti

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