Quando il cinema incontra l’arte
[ARTI VISIVE]
ROMA- La Galleria Tartaglia di Roma in collaborazione con Soqquadro ha inaugurato lo scorso 9 ottobre la mostra Cinéma Cinéma, una collettiva dedicata al grande schermo accessibile al pubblico fino al prossimo 23 ottobre.
La mostra ha lo scopo di presentare l’arte cinematografica in chiave pittorica e scultorea per rievocare nella mente dello spettatore le emozioni legate alla visione di film che hanno segnato la storia del cinema.
Ariela Böhm, Giovanni Mangiacapra, Andrea Mercedes Melocco, Cristina Messora, Roberto Pagnani, Angela Scappaticci e Gloria Tranchida sono i nomi degli artisti coinvolti nella mostra, la quale rappresenta un overture al Festival del Cinema di Roma che si svolge in questo mese.
Gli artisti riuniti in questo spazio hanno dato vita ad una simbiosi di cinema ed arte in cui risuonano titoli di film che vanno da Amarcord di Fellini a Donne sull’orlo di una crisi di nervi di Almodovar, passando per Good night and good luck di George Clooney.
Da queste visioni sono scaturite immagini e rappresentazoni di un mondo irreale che gioca con la fantasia e percezione della realtà che vive in ognuno di noi. E’ questa la magia del cinema, dell’arte cinematografica che in questa veste nutre lo sguardo dello spettatore, con colori e forme che prendono il posto della narrazione.
L’esplosione del nero da una bolla incandescente sembra racchiudere il mistero della nascita del nostro Universo, che espandendosi crea quelle forme armoniche che noi esseri umani chiamiamo sentimenti, ansie e paure che brillano nello spazio dentro di noi e nella stanza dove questa tela sembra avvolgere il resto: non è un caso se questa esplosione pittorica rappresenta un capolavoro dell’arte cinematografica firmata Stanley Kubrick ovvero Shining.
Lo spettatore sente di potersi affidare al colore vivace e fortemente delineato dalle curve che ondeggiano sulle tele esposte, mentre la superficie piatta della pittura fa risplendere la suntuosità del mare di Big Wednesday di John Milius la verticalità del movimento rende possibile la trasfigurazione de Il sorpasso di Dino Risi dalla pellicola ad un trittico di assi di legno, ornato da segmenti metallici che rendono particolarmente vertiginosa la velocità del movimento del film.
La mostra è in definitiva un punto di vista con cui leggere le immagini che lasciano la sala cinematografica per proiettarsi sulla nostra esistenza.
Eva Di Tullio
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