Pope Core Party
[CINEMA]
ROMA- E Pope Core Night fu! Il cinema Aquila, da tempo attivo con serate e rassegne a tema di un certo interesse per piccole “nicchie” di spettatori, il 2 ottobre ha proposto un lungo viaggio volto ad esplorare l’erotismo nelle sue diverse declinazioni: fra corpi, emozioni, performance art e qualche deriva hot.
Una lunga notte, quindi, dove a momenti dedicati al cinema e al documentarismo si sono alternati momenti di puro spettacolo davvero divertenti: basti pensare agli stacchetti in stile Burlesque curati da Bidibi bodibi Burlesque (Dixie Ramone, Jazz Bikini e Ginger Reddish) che riproponevano alcuni dei temi affrontati dalle pellicole nel corso della serata, mentre La balconata del Foyer, infine, ha ospitato un party che ha rilanciato i contenuti della serata in chiave dance e performativa firmato WARBEAR.
La serata è partita con la presentazione del film anni ’80 di Salvatore Piscicelli, Le occasioni di Rosa, con una giovanissima Marina Suma ed il regista che in sala si è confrontato con il pubblico in un animato dibattito sul disagio di una Napoli spoglia, in pieno fermento industriale, dove un gruppo di giovani intrecciano le loro stanche vite fra piccoli racket, sogni di emancipazione e poche virtù.
Successivamente ci si è poi spostati a una pellicola indipendente di grande crudezza e dalle forti capacità comunicative di cui abbiamo già avuto modo di parlare: The house of flash Mannequines di Domiziano Cristopharo. Un raro caso di ibrido creativo dove pornografia, performance art e cinema di genere si fondono creando un prodotto dall’alto impatto visivo.
La storia racconta di Sebastian Rhys, un fotografo quarantenne afflitto da gravi distrurbi psicologici, e della vicina di casa Sarah, una scrittrice di libri che vive col padre cieco. Sebastian è ossessionato dal passato e coltiva un inquietante hobby legato ad immagini non proprio convenzionali. La ragazza, spaventata, ma anche incuriosita dall’uomo, inizia ad investigare su di lui e i segreti dell’uomo si sveleranno pian piano. Abbiamo incontrato il regista Domiziano Cristopharo per tentare di capire cosa c’è dietro la scelta di girare un film di questo tipo.
Ciao Domiziano, il film è stato definito da alcuni ll primo reality movie al mondo, per la commistione di scene reali, spesso cruente, e finzione. quanto e come ti ritrovi in questo?
Nel film è quasi tutto vero a parte le morti. Abbiamo usato real sex per le scene di sesso e performers di body art nelle scene di tortura. Questo perchè si affrontava un tema come quello degli snuff movies e la ricerca di realismo di indagine secondo me non andava edulcorata; se si parla di realtà la si affronta nell’unico modo possibile, in contrasto alla messa in scena che fanno i media che si spacciano per portatori del vero. Il film, infatti, si divide fra verismo assoluto e costruzione scenica: direi che possiamo quindi considerarlo a tutti gli effetti un real movie e non una docu fiction, che ora va tanto di moda! Non vedo perchè il reale debba esser per forza affrontato in chiave documentaristica.
Colpiscono molto alcune scelte stilistiche, dalle luci alle location molto curate.
Un film è un’esperienza soprattutto visiva, come insegnano i grandi registi, e oltre che per la testa e il cuore passa per gli occhi. Non tollero i prodotti sciatti a cui il cinema e la TV ultimamente ci hanno abituati: il cinema è un’arte e allora onoriamola con bei trucchi, bei costumi, belle luci e bei set! Ho dimostrato che non è affatto impossibile farlo con pochi soldi. Il mio film, girato da troupe mista italiana e americana a Los Angeles, è costato quanto un cortometraggio in iIalia: ossia 40mila euro.
Parliamo del cast: non trovi fin troppo furba la scelta di mettere un Radice, che è un grande, con la porno star Roberta Gemma?
Roberta Gemma è una grande nel suo campo. Il mio film parla di sesso e morte, di eros e thanatos, di sangue e sperma. Lombardo Radice è una icona internazionale dell’horror e Roberta, scusate il gioco di parole, è la gemma italiana dell’eros e della pornografia. La coppia è vincente! Ma non dimentichiamo che la protagonista è Irena Hoffman gia protagonista con Cristopher Lambert di Metamorphosis.
Non ti sembra di criticare cinema e tv contemporanei ma in realtà utilizzare gli stessi stereotipi che hanno arricchito Vanzina & co.? Mi riferisco all’introduzione nel cast di un’attrice hard che sembra stonare un po’ con il mood del film…
Le recensioni e il successo che il film ottiene ogni volta e i premi vinti confermano l’opposto. Io faccio quello che gli altri non fanno…
Sì ma non barricarti dietro i risultati chiaramente buoni…
Io non metto docce per far vedere 2 tette. il nudo nel mio caso è funzionale ad una storia e non censuro nulla. Ho il coraggio delle mie azioni, cosa che non è comune a tutti. In altre pellicole se togli la bella di turno che sta nuda non cambia il senso del tutto; se al mio film togli le scene hard hai tolto pezzi fondamentali, che vanno a discapito della comprensione della storia.
Hai coinvolto nei tuoi film tanti attori anche popolari: Maria Rosaria Omaggio, Radice appunto, Elda Alvigini e tanti altri. Nessuno di loro ha mai avuto paura di “bruciarsi” partecipando a film così forti?
In Bloody sin (il prossimo film in uscita n.d.r.) la Alvigini ha il primo nudo della sua carriera. Diciamo che sa bene che con i Cesaroni questa cosa non si sposerà molto bene, per di più è in una scena incestuosa dove castra suo figlio che è Andrea Kieman, il Lele di Amore14. Entrambi hanno scelto di fare una scena così estrema per dare un taglio anche a una immagine stereotipata di se stessi e politicamente, direi che “la preside dei cesaroni che taglia il pisello a uno dei ragazzini di Moccia” ha un suo gran significato!
Quanta rabbia fa vedere nei cinema estivi uscire una marea di pellicole horror o pseudo tali targate Usa e non dar spazio invece al cinema italiano?
Più che rabbia mi dispiace, perchè oltre me ti posso citare altre decine di giovani talenti italiani che come me hanno seguito all’estero e che qui sono invisibili.
Angelo Passero
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