English hats
[DIMODA&DEMODE’]
Tutti i pensieri di una donna sono racchiusi nel suo cappello. Emblema di una determinata classe sociale, maschera dietro alla quale nascondersi, semplice corredo abbinato a un vestito, ogni cappello ha una lunga storia.
Hats è il titolo della mostra allestita presso la Gallery of Art di York dal 18 settembre a al 23 gennaio 2011. Rifiutando statiche suddivisioni cronologiche, l’esposizione offre interessanti stimoli di riflessione sulla società inglese del diciannovesimo e ventesimo secolo, quasi fosse possibile costruire una linea del tempo sulla base di oggetti di uso quotidiano.
Opere di Jacques- Émile Blanche e Spencer Gore si affiancano a copricapi provenienti dalla York Castle Museum Collection simboli delle tendenze della moda primo novecentesca.
Se un cappello è un irresistibile oggetto del desiderio, è anche la traccia di rigide norme comportamentali che il buon costume di ogni epoca impone. Ne è un esempio il dipinto di Philip Mercier ‘A Scene from the careless husband’, che raffigura l’inaspettato atto d’amore di una moglie che sistema il copricapo al marito mentre giace addormentato accanto ad un’altra donna.
L’oggetto dunque diventa carico di tanti significati quanti sono gli ambiti in cui viene utilizzato, e porta l’impronta delle mani che lo hanno sollevato in segno di rispetto davanti a un superiore o appoggiato sulla giacca durante gli spettacoli mondani.
Il pezzo più curioso di tutta l’esposizione, care Fashion Victim, è proprio Opera Hat, un semplice cilindro dotato della capacità di appiattirsi per non disturbare coloro che a teatro sono seduti dietro di voi in platea…
Sofia Mattioli
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