BioPower: che la natura sia con voi…
Da anni gli scienziati si sono interrogati sul canto del cigno che la nostra Madre Terra sembra stesse lanciando. Un rantolio, lento ed incessante, con spasmi di dolore chiamati allarmi ecologici. Ogni anno qualcosa di diverso, ogni anno un problema: dal nucleare alla spazzatura, dai cambiamenti climatici al buco dell’ozono.
Parole, ipotesi, interventi e appoggi politici: ma alla fine ogni problema nel suo dimenticatoio, in un angolino buio della mente umana che guarda con invidia altri luoghi sottoposti alla luce di riflettori sociali e mediaticamente imposti. La mente umana è così: osserva, ascolta, si indigna, si lamenta e poi dimentica, in un ciclo continuo e mortalmente pericoloso.
Il pianeta Terra sempre più caldo? Un’estinzione vegetale sempre più prossima? Summit mondiali per salvaguardare l’ambiente ed il clima? Immagino lo sgomento sulle facce dei nostri lettori, mentre ci leggono sul loro I-Pad consumando un veloce snack dall’involucro di plastica nel caro Suv sfrecciante per le vie della città.
Un esempio volutamente forzato, ma doveroso per evidenziare quanto l’ipocrisia umana raggiunga livelli così fastidiosamente inopportuni. A questo punto sarebbe meglio paventare una totale indifferenza ecologica. Perché fingersi preoccupati se poi la nostra vita procederà come se nulla fosse stato saputo e letto, archiviando l’informazione “la Terra sta morendo” nel database delle informazioni della giornata? Al pari di altre news come quelle della coppia del GF che ha appena copulato o la notizia di un TG1 che racconta l’Halloween cinofilo.
Basta facce afflitte e dichiarazioni allarmistiche fatte da 30enni sui futuri nipotini che vivranno in un’Italia stile Napoli. C’è bisogno di azioni, non di parole. E c’è bisogno di conoscere, di informarsi, su una natura che merita di essere studiata. E amata nella sua biodiversità. Ed ecco che, per sensibilizzare istituzioni e cittadini, giunge, nei giorni 23 e 24 ottobre, il Biodiversamente: il Festival dell’Ecoscienza, che parte da questo presupposto per rilanciare l’Italia come una nazione naturalmente fertile e bisognosa di protezione.
Dall’iniziativa dell’ANMS – Associazione Nazionale Musei Scientifici – e del WWF, i due grandi enti di cultura e natura sposano un’iniziativa che si pone come obiettivo quello di avvicinare le persone alla natura conservata all’interno dei Musei e di rilanciare la ricerca scientifica come strumento di tutela della biodiversità.
Un po’ di cifre (che ai lettori italiani piacciono tanto): 57.468 specie animali, 8.000 di piante (12.000 con alghe e licheni) e 20.000 di funghi. Nel totale l’8,6% delle specie animali e il 13% delle piante sono endemiche, cioè esclusive del territorio italiano, senza contare tutte quelle che ancora non sono conosciute. Il patrimonio di cui sopra rende il nostro Bel Paese la nazione più ricca in biodiversità d’Europa. Oltre 300 tra Musei, Orti Botanici, Giardini Zoologici ed Acquari, che racchiudono circa 30 milioni di esemplari rappresentativi di tutte le specie del mondo. Ed un primato di tutto rispetto: gli orti botanici di Padova e Pisa sono i più antichi del mondo.
Numeri e primati che dovrebbero rendere l’italiano tronfio. Ciò nonostante il paradosso del tricolore: nell’anno della Biodiversità, mentre a Nagoya 193 paesi del mondo studiano un piano di azione per tutelare le biodiversità, da sviluppare entro il 2020, la manovra economica ha previsto tagli sull’intero sistema. Si parla di un – 42% ai Parchi e di un – 60% alle Regioni nel settore ambientale, mentre sul fronte della ricerca universitaria le scienze della terra godranno di un misero 3% dei finanziamenti totali. I musei non stanno meglio: secondo una ricerca interna, il 30% dei musei non presenta un direttore responsabile, il 50% non ha in organico un conservatore di ruolo, il personale qualificato deve occuparsi prevalentemente di questioni burocratiche con appena un 10% dedicato alla ricerca.
Ed ecco spiegate le ragioni dell’accordo tra ANMS e WWF che, in occasione del Festival ha aperto le porte di tantissimi musei e parchi in tutta Italia. E i risultati non si sono fatti attendere: nel weekend tutto esaurito per tante natural-locations. A Roma, per esempio, il Museo di Zoologia è stato totally open e free, rivelando, almeno al sottoscritto, nuovi mondi e universi naturalmente paralleli. E tutti si abbracciano nel lancio dell’appello “Metti in conto la Natura”, a favore del finanziamento pubblico alla ricerca scientifica e della conservazione della biodiversità. Il Festival ha finanche ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell’Istruzione e quello del Turismo. Altro paradosso italiano…
Occorre una nuova sensibilità per salvaguardare un Pianeta barcollante: occorre tralasciare le sterili lamentele e i profani commenti sugli atteggiamenti altrui. Occorre informarsi, conoscere, aprire gli occhi e guardare ciò che ci circonda con occhi nuovi, lontani da percezioni urbanistiche e pigri agi opportunistici. Comprendere, informarsi, leggere, ammirare e contemplare: perché non si può tutelare ciò che non si ama, e non si può amare ciò che non si conosce.
Francesco Salvatore Cagnazzo
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