AAA Cercasi politica disperatamente
In una Italia che stenta a trovare la sua strada, in cui i protagonisti, da Destra a Sinistra, sono praticamente gli stessi da almeno 3 decenni, c’è voglia di cambiare. C’è bisogno di cambiare.
Una società paludosa, con porcelli che si crogiolano nel fango e che ingordamente puntano alle proprie carrube. Non importa di quale orientamento essi siano, sono solo dettagli: basta guardarsi attorno per notare che l’Italia è governata da uomini dai capelli brizzolati tendenti al bianco etereo. E poche donne giovani ma dallo scarno curriculum. La congiuntura economica e la crisi mondiale aggiungono un minusvalore che ben inquadrano l’annaspamento di milioni di italiani, anche lavoratori dello spettacolo, che a stento riescono a giungere a fine mese con il lavoro/non lavoro che sono costretti a subire. C’è voglia di uscire dal pantano degli ultimi anni, causati da anni ed anni di cattiva gestione politica ed economica, per risorgere come arabe fenici. C’è bisogno di urlare “voci nel deserto”: c’è bisogno di rimboccarsi le maniche delle braccia italiane così pigre di default per dare nuova linfa vitale ad una nazione che necessita di attingere ad energie giovani. C’è bisogno di parlare, ma soprattutto di ascoltare.
In questo quadro poco delineato ma molto allargato, prendente in esame decenni di storia del nostro Bel Paese, l’iniziativa della Scuola di Politica, presieduta da Walter Veltroni, ex sindaco capitolino ed ex segretario politico nazionale del Partito Democratico, cade a fagiolo. Questa torna ad attivarsi per parlare, ascoltare, formare e costruire quella che potrebbe essere la nuova realtà giovanile e politica in Italia. Tre mesi di seminari, con cadenza più o meno settimanale, ogni Venerdì, dal mattino sino al tardo pomeriggio, in cui si discuterà di tutto: dalla politica all’attualità, dal welfare alla scuola, dalla storia alla televisione. Ad aiutare tutti gli ospiti le voci, le esperienze ed i consigli dei più importanti esperti e lumi italiani di tutti i campi e settori.
Il primo appuntamento del primo venerdì di ottobre era dedicato a “Amministrare il welfare locale. Cosa cambierà con il federalismo” con relazioni di economisti e giuristi come Causi, Viesti, Zanardi e De Vincenti ed una tavola rotonda con Sergio Rizzo, Renato Soru, Michele Emiliano e Walter Vitali. Tra i prossimi appuntamenti, si affronteranno tematiche quali la scuola (15 ottobre), la politica come vocazione con il ritratto di grandi personalità della politica del Novecento rilette da esponenti politici di oggi (Gobetti con una lezione di Fassino, Rosselli con Orlando, Calamandrei con La Malfa, Andreatta con Parisi il 22 ottobre). Il 29 ottobre il corso sarà dedicato a Economia globale e sviluppo locale, il 5 novembre alle politiche per il lavoro (con Boeri, Treu, Ichino, Chiara Saraceno, Damiano, De Luca Tamajo e Simone Betrtini), il 12 novembre di “Segreti d’Italia. C’è un filo” con Bianconi, Purgatori, Torrealta, Passoni e Rosato, quindi dell’Europa dopo Lisbona con Sassoli, Serracchiani, Caracciolo, Ruffolo e Amato. Novembre si chiude con “Il centrosinistra in Europa. Visioni, programmi, partiti, leader” con Ceccanti, Fieschi, Carbonell i Abello, Rusconi, Lazar, Vassallo, Donadi e Migliore. A dicembre gli ultimi due appuntamenti del 2010 sui temi dell’energia (il 3 dicembre) e della “Grammatica della televisione” (il 10 dicembre) con Mentana, Minoli, Iacona, Vita e Peluffo.
Per i romani de Roma, quelli che sentono invece l’attaccamento per la Caput Mundi, Capitale ora et semper d’Italia, tutti i martedì presso Democratica (che ha sede in via Tomacelli 146) a partire dal 5 ottobre sino al 5 aprile, una lunga serie di lezioni dal tema “Dedicarsi a Roma”.
(Per tutto il programma e le info, www.scuoladipolitica.it.)
C’è bisogno di cambiamento, e c’è bisogno dell’intervento di tutti. Nuove teste, nuove leve, nuove idee e nuove forme di pensiero. Perché, come diceva Otto von Bismarck, “la politica non è una scienza, come molti signori professori s’immaginano, ma un’arte”. E, come integrava Libero Bovio, “se non è arte, è mestiere”.
Francesco Salvatore Cagnazzo
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