L’arte viva del legno
[ARTI VISIVE]
BORGO VALSUGANA – Per chi frequenta prevalentemente musei metropolitani, l’arte scultorea è sinonimo di pietra, marmo o travertino. Una materia dura e ostile allo scalpello che scava nelle sue viscere in cerca della forma. Ma in una valle verdeggiante incastonata tra fiumi e montagne, lo scettro di re dei materiali è posseduto inevitabilmente dal legno.
Da queste parti l’arte di intagliarlo e trasformarlo risale a tempi remoti, quando gli abitanti si chiamavano Celti, Galli e Cimbri. Un materiale amichevole, caldo, omaggiato dalla mostra Mitologia del legno allestita in due paesi-perla della Valsugana, Borgo Valsugana e Castel Ivano in provincia di Trento, dal 25 luglio al 29 agosto. Un dialogo ideale tra antiche tradizioni ed esiti contemporanei.
Abbiamo visitato 7 artisti tra Brenta e Cismon la mostra di opere contemporanee presso lo Spazio Klien di Borgo Valsugnana. Ci accoglie l’atmosfera silenziosa delle opere di Simone Turra, che racchiude nel trittico luce, colore, ombre il suo pensiero sull’arte lignea. Piccole figure snelle, gambe senza corpo, strutture verticali che restano accennate come a non voler togliere la personalità della materia. Le opere offrono diverse prospettive di luce che ammorbidisce le forme e le modella diversamente nel chiaroscuro, come passando in un bosco in cui filtrano raggi solari.
Centrata sui volumi e sulla “carnalità” del materiale, invece, è l’opera di Giancarlo Scatamburlo, che trae ispirazione dall’osservazone della natura e dalle analogie col mondo umano. Nelle sue mani il legno appare come carne, polpa, tatto di grande voluttuosità. Le arterie e le venature naturali diventano vene di corpi, umani o vegetali, letti in cui scorrono sangue e linfa vitale.
Giuliano Orsingher sembra semplicemente assecondare la natura nel creare le opere. Raccoglitore di materiali, il suo intervento è volto più che a plasmarli, modificandone la forma, a collocarli nello spazio e combinarli in modo da far risaltare la naturale arte che li anima. Le sue installazioni conservano il carattere spontaneo dell’elemento vegetale, il suo intervento impercettibile non fa che creare armonie di forme, materia e colore che donano la stessa emozione di un paesaggio naturale.
La visione di Alessandro Fontanari Nerofonte è invece permeata di cultura, intervento tutto umano. Le sue opere sintetizzano legno e libri, fusi in esseri quasi mitologici, novelli totem. Sono opere di carattere simbolico e intellettuale, che richiamano storie ancestrali e che esprimono il valore del segno-parola.
Arriviamo alla dolcezza e alla grazia delle figure di Toni Venzo, che sembra scolpire fiammelle di legno rivelatrici di corpi accennati. In esse è palpabile non solo il volume dell’elemento ligneo levigato, ma il movimento stesso che l’artista sa infondere alle forme. Arricciature e piegamenti danno il ritmo della forza cinetica che sembra muovere l’elemento nell’aria. Le sue lingue di fuco ligneo materializzano corpi di donna che tendono alla verticalità e appaiono come sospese, nel tempo e nello spazio.
Paolo Vivian tende all’arte arcaica del totem, che scava il legno per trovarne il Senso. Il percorso è dalla natura alla civiltà della cultura, e tanto rassomiglia all’arte lignea del continente africano, per la linearità e l’essenzialità delle sue figure. L’artista lavora per sottrazione, riduzione della materia alla ricerca di un nuovo senso del sacro.
Chiudiamo con quello che possiamo definire il maestro rispetto agli altri, nati dai venti ai trent’anni più tardi: Silvio Alchini. Nato nel 1936, prima pittore poi scultore, le opere esposte soni i suoi illustri nudi e torsi. Caratteristica di tutte è l’essenzialità levigata con grazia magistrale. Nei nudi il gioco si basa sul rapporto vuoto-pieno, per cui la sinuosità appare come risultato di questo incastro tra piani concavi e convessi. Nella serie dei torsi, invece, la linea è padrona incontrastata dello spazio. Curvature appena disegnate permettono lievi giochi di luce in superficie. In etrambe le serie la rugosità della pelle è sostituita da una levigatezza setosa, erotica e confortevole.
L’itinerario della mostra continua con un percorso che conduce nelle chiese sparse per i piccoli borghi della vallata, alla scoperta di quelle opere di arte sacra di grande pregio qui conservati da secoli e spesso poco noti. La rassegna si chiuderà infine venerdì 1Ottobre con una conferenza dal titolo Il legno: leggenda, arte, tecnica in cui interverranno esperti del settore ligneo come architetti, scultori, liutai e storici dell’arte.
Francesca Paolini
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