E che MArteMusica sia!
La serata di chiusura del MArteLive vede un palinsesto dedicato alla musica d’autore, ma anche al raffinato suono minimale che spoglia la musica popular rendendola sublime e ricercata. Mentre nelle sale adiacenti gli artisti delle 16 sezioni si sfidano per aggiudicarsi la vittoria e il premio finale, sul palco degli ospiti speciali sembra che il tempo si sia fermato e l’atmosfera assume toni distesi e intimi.
Apre Pino Marino accompagnato dalla chitarra slide di Roberto Angelini. Se la caratteristica peculiare del cantautore è quella di dare maggiore importanza e peso alla parola, Pino Marino riesce ad arricchire ulteriormente i testi attualizzandone i temi. La sua esibizione ha suscitato tra i presenti un’attenzione e una partecipazione emotiva quasi irreale. Purtroppo sono tante le persone che possono urlare: “non ho lavoro, quindi non ho paura di perdere il lavoro!”.
Un palcoscenico sempre più scarno e delle luci soffuse accolgono il tanto atteso ingresso del duo Musica Nuda. Un sicuro e preciso contrabbasso, governato dalle mani esperte di Ferruccio Spinetti, accompagna i distesi vocalizzi della talentuosissima Petra Magoni.
Due artisti apparentemente diversi tra loro: lui timido, riservato e con l’aria da primo della classe, lei un vulcano di energia che riesce a gestire, con sicurezza e serenità, un pubblico esigente e sempre pronto alla critica. Entrambi sono dei fuoriclasse e anche stasera ne danno dimostrazione. Settantacinque minuti di soavi note e di scale vocali in cui la musica, capo dopo capo, perde la classica struttura armonica e compositiva indossando esclusivamente suoni bassi e giochi di voce.
La scaletta è un viaggio immaginario nel mondo della musica pop e non. Dai Beatles passano ai Pink Floyd e da De Andrè a “Sei forte papà” di Gianni Morandi, brano che ci fa scoprire la vena naturalmente ironica e auto-ironica di Spinetti.
Intimi e coinvolgenti, il duo convince ed entusiasma ad ogni brano. Ma soprattutto: quando la musica è di qualità puoi anche cantare l’elenco del telefono, risulterà sempre un capolavoro.
Chiude l’intensa tre giorni un promettente artista di origine francese Sandrò Joyeux, cantautore “scalzo” dall’animo folk. I richiami ai ritmi jamaicani e sud africani ci proiettano dentro un mondo gitano in cui i battiti spasmodici trascinano il pubblico in un ballo sfrenato e liberatorio. In lui convivono due anime, nomade e popolare, che mescolate danno vita a una musica senza tempo.
Cala il sipario sulla decima edizione del MArteLive, un grande successo di pubblico dovuto alla qualità dell’offerta musicale, ma soprattutto ad uno staff che instancabilmente ha lavorato con passione e determinazione. Una vincente unione di persone per cui il MArteLive è diventato una seconda casa.
Paola D’Angelo
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