Songs From the End of the World
Dall’Italia all’Irlanda. E viceversa.
I Mardi Gras sono italiani, ma di irlandese hanno il cuore e l’anima.
A cominciare dalla cantante Claudia McDowell, italo-irlandese.
La band – Fabrizio Fontanelli: chitarra acustica; Alessandro Cicala: chitarra solista; Alessandro Matilli: piano; David Medina: basso; Alessandro Fiori: batteria – propone un cantautorato in inglese dalle atmosfere ora più ariose ora più intime.
Esce in questi giorni il loro nuovo singolo, la solare “Song From the End of the World”.
Ma di strada i Mardi Gras ne hanno fatta moltissima, da quel primo nucleo degli anni Novanta, i Sydney Parade band nata dall’idea di Fabrizio e Claudia, – passando per l’autoprodotto Drops Made, del 2006 –, fino ad oggi.
Una strada che li ha portati a raccontare storie semplici eppure universali; che li ha portati a dividere il palco con i Frames, band irlandese quasi di culto, di cui hanno aperto alcune date italiane; che li ha portati a esibirsi sui palchi dell’isola di smeraldo, loro patria spirituale.
Una distinzione per così dire “di genere” alla quale sono personalmente affezionata, è quella che spesso mi viene in mente pensando a come mi suonano nella testa certe cose.
Credo che si possano distinguere una generica scuola americana, dal suono pieno, e una scuola britannica, in linea di massima più minimalista. O se vogliamo, una americana e una europea.
La preferenza dell’una piuttosto che dell’altra è puramente una questione di gusti.
Al di sopra della mischia, in entrambi i casi, si stagliano quelli che potremmo definire cantautori, o meglio autori. Ossia musicisti – dell’una o dell’altra scuola poco importa –, i quali sono in grado di scavalcare muri sonori e di genere riuscendo in quella impresa delle imprese che è la comunicazione. Di una storia, di un’emozione.
La musica dei Mardi Gras concilia queste due anime. Partendo dagli storytellers più tipicamente americani (Dylan, Springsteen), arriva a suonare in un modo che non è né americano in senso stretto né europeo in senso lato. E quindi comunica.
Il nuovo singolo conferma la precedente impressione di qualità, collocandosi in una linea di continuità col lavoro precedente. Non è stasi, ma riconoscibilità. Che è una cosa ben diversa.
Chiara Macchiarulo