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“Piccole cose” per grandi artisti: gli OttoOhm

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ottoDopo un lungo periodo di silenzio, tornano a farsi sentire gli OttoOhm e ricominciano proprio dal palco del MArteLive 2010 a far sentire la loro voce. Un nuovo Cd, Combo, e tanta voglia di dire, raccontare, sentiamoli…

Il vostro quarto cd COMBO esce dopo quattro anni, nel frattempo dove siete stati, cosa avete visto, come avete vissuto?
In realtà il nome Combo dà la dimensione del vissuto che c’è dietro: è una commistione delle sensazioni provate, le avventure, gli avvenimenti durante questo periodo, una sintesi di quello che ci è successo nell’accezione più negativa del termine, perchè naturalmente oltre le cose belle ci sono anche quelle più negative.

Il titolo del cd sembra essere quello di una mossa speciale nei videogiochi, in realtà combo è la combinazione di quali elementi?
Principalmente la vita e noi, questi sono gli elementi principali. Poi ovviamente anche la musica. Combo è un modo di apportare il proprio contributo, il proprio giudizio, la propria visione, portare la propria visione, è un modo di vedere tutte le sensazioni scatenate dagli eventi quotidiani.

Tu hai sempre scritto per immagini, rievocando malinconie, ironizzando sul sociale e parlando di amori belli o perduti, o entrambe le cose. Ritroveremo questi temi così cari a voi e ai vostri fans?
Beh si direi di si, c’è un po’ tutto quello che caratterizza il nostro filone, se così si può chiamare. ottoohm_combo_100Quando parli di quello che ti succede è inevitabile che entrino in gioco aspetti simili, ma non c’è mai un copione da seguire quello che succede è  abbastanza istintivo, immediato, anche se tra il momento in cui pensi di voler scrivere qualcosa e il momento in cui hai realizzato tutto è trascorso pochissimo tempo. E’ la sommatoria di tutte le cose che ti succedono nel tempo compreso in 4 anni e inevitabilmente  diventa un quadretto della tua vita.

Già dai titoli dell’album si intuisce una sorta di discorso emotivo continuativo, come se gli undici pezzi fossero tenuti insieme da un concept, un fil rouge…è così?
Questa è un cosa che cerco di fare anche se poi accade involontariamente e me ne rendo conto dopo che è successo. E’ vero che c’è questo filone narrativo attraverso il quale si esprime la matrice sonora, un  suono che ad oggi abbiamo raggiunto e che posso avere la presunzione di definire un nostro suono, che è nostro e basta. E’ come un treno che comunque viaggia ed è come se tu ne fossi in parte spettatore, è il binario su cui corrono tutti i nostri album, tutte le nostre cose, ci sono picchi musicali diversi semmai ma nelle tematiche, nella struttura di certi argomenti c’è una certa continuità e coerenza che in effetti alla fine li fa sembrare dei concept album. Credo che questo accada semplicemente perchè avendo un vissuto dietro hanno già un qualcosa in più rispetto alle cose che normalmente si fanno per guadagnare al pagnotta.

Per quanto riguarda il lato squisitamente musicale, cosa è cambiato rispetto al passato?
La possibilità di poter sperimentare nuove cose e poter crescere umanamente e musicalmente per quanto si può. C’è la possibilità di utilizzare delle nuove macchine con la coscienza di avere già tutto quello che ti serve per poter realizzare qualcosa. A volte  le sensazioni che uno prova quando si mette lì a suonare sono contrastanti: quando si scrive c’è l’abbandono, non c’è un vero indirizzo o almeno sembra, poi tutto ritorna quando vai a mettere le note o magari le cose nascono insieme, per cui c’è sempre un binario diverso sui quali viaggiano però è abbastanza coerente al punto di arrivo. Alla fine ritrovo sempre quella voglia di divertirsi nel senso  musicale, fare anche qualcosa che non hai mai fatto che può diventare un tappeto sul quale snocciolare i nuovi argomenti, anche quella può diventare una necessità per esprimerti come vuoi ce hai sempre fatto però in maniera anche totalmente diversa senza preconcetti o pretese nessun genere musicale.

giovanni.buonomo-ottoohmContinuità o rottura?
Semplicemente un’evoluzione perchè poi possono rientrare in gioco delle cose che magari abbiamo fatto in passato, come gli elementi acustici di Combo oltre all’elettronica. La bellezza del disco è proprio nel riuscire a creare dei paesaggi attraverso i quali chiunque possa esplorare un mondo che è anche il suo perchè raccontando di te inevitabilmente racconti la storia di tante altre persone. Secondo me è questa la magia della canzone: creare un paesaggio attraverso il quale ognuno si vede dentro, non esiste più chi narra ma diventi te il protagonista.

Nuovo cd, nuova etichetta (Little Stuff n.d.r.), produzione di realtà emergenti, vivete la musica al 100%, ma sempre rimanendo indipendenti: è una scelta voluta o obbligata?
Abbiamo portato avanti  anche questo durante la nostra evoluzione, in questi anni abbiamo concretizzato la possibilità di curare tutto quello che facciamo in maniera “casalinga”, in realtà abbiamo una struttura che ci permette di farlo e distaccarci da un  circuito commerciale per quanto già lo fosse molto poco . Questo ci ha dato la possibilità di metterci alla prova su tante cose che sembrano scontate però alla fine ti ritrovi sempre a fare un lavoro, mentre adesso è come se fossimo una piccola ditta che si fa il suo lavoretto ed è contenta perchè riesce a farlo nel migliore dei modi.
Quindi sempre più indipendenti per scelta assolutamente voluta, anche se poi è obbligata dal punto di vista di come si sta evolvendo il mercato, non c’è più quel tipo di interesse su certe cose. Credo si sia un po’ storpiata la visione della musica perciò per fare uscire le cose di un certo tipo devi distaccarti da quel  modo di intendere la musica e quindi anche di farla recepire. Non si può combattere con le grandi etichette che compongono e alla fine impongono solo certi prodotti, giovanni.buonomo-ottoohm2quindi noi ci battiamo su un altro terreno che loro nemmeno conoscono, sono totalmente impreparati, è quello del door to door, delle persone conosciute dei concerti fatti del cd venduto della bella estate passata con la musica sotto noi partiamo da queste cose che magari sono più astratte e magari richiedono più tempo per dare dei frutti, ma è il modo  nel quale secondo noi va fatta questa cosa perchè così lascia un’emozione.
La nostra etichetta è nata con questa esigenza di realizzare la nostra musica e poi avere un giorno la sicurezza di una struttura che si è rivelata un factory. E’ la possibilità di incontrare altre persone  per realizzare le nostre e le loro visioni musicali per cui con la nostra Little Stuff stiamo cercando di trovare realtà emergenti che abbiano la stessa nostra visione, ma non in termini musicali ma in termini oggettivi, in termini di vita.

E adesso dove vi troviamo?
Siamo in giro per l’Italia a suonare! Abbiamo ricominciato con il MArteLive a  Roma martedì scorso, poi andremo ad Alessandria, torneremo poi in Puglia dopo tanti anni… Noi andiamo un po’ a braccio nel senso che tante cose succedono giorno per giorno, possiamo avere un calendario di trenta date come di venti, dipende da quello che succede in giro.

Mikaela Dema

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