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GRAFICA VI_ Punti di vista

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laura_marinaccio_grafica_DSC_7033Chiusura in bellezza per gli appuntamenti grafici del MArteLive, in vista della finalissima. Sei nuovi lavori, sei nuove ingannevoli apparenze, arricchiscono il carnet dei partecipanti alle prossime eliminatorie. Sei differenti ottiche dislocate, punti di vista alternativi dove ciò che ci appare comune viene decontestualizzato dai suoi aspetti superficiali e rielaborato dall’artista e dai suoi fruitori.

Quella che su una lunga distanza ci appare come la fantasia di un tappeto orientale, divisa secondo una classica simmetria assiale, a un’occhiata più ravvicinata si scopre essere la visuale dall’alto di un normalissimo incrocio cittadino. E’ una foto a posa lunga (1/30) rielaborata con l’Illustrator da Valentina Cipolla, invecchiata e riflessa più volte su se stessa, a dimostrarci come la realtà possa cambiare radicalmente a seconda della distanza da cui si guarda.

E uno sguardo da lontano è anche quello che ci propone Michele Mappa, con un’ipotetica schermata della Nasa attraverso la quale possiamo vedere le ultimissime immagini della Terra vista dallo spazio. Michele sfida con ironia le moderne concezioni relative alla forma del nostro pianeta, rielaborandolo al photoshop come una gigantesca pattumiera, con un forte richiamo valido sia per la nostra condizione in particolare (la situazione rifiuti in Italia) che per quella caotica in generale laura_marinaccio_grafica_DSC_7035(l’inquinamento globale).

Catia Mancarella ci offre invece una forma caos più domestica, con una stanza (la sua) totalmente devastata dal disordine. Un vandalismo privo di alcuna logica, il cui colpevole non può che essere quel cagnolino che, in fondo all’immagine, ci guarda con occhi innocenti. A darcene la prova finale, il claim “Non sempre le piccole cose sono le più tranquille”.

Dal confortevole minimalismo di una stanza in disordine, passiamo radicalmente a un intero mondo distopico, in pieno clima surrealista. E’ l’immaginario di Massimiliano Fabrizi, in cui figure umane camminano in paesaggi a metà tra Magritte e Wyeth, senza curarsi degli aberranti monoliti che tiranneggiano al centro dell’immagine. Una metafora, spiega Massimiliano, una lente attraverso la quale diventiamo gli unici colpevoli dei nostri stessi inganni, che reputiamo apparentemente normali alcune delle mostruosità che ci circondano tutti i giorni. 

laura_marinaccio_grafica_DSC_7032Surrealismi anche per Matteo Scanu, che mostra quanto possa essere letterale l’idea di guardare il mondo con occhi diversi. Un volto mostrato solo per metà, con gli occhiali da sole poggiati sulla fronte e nessun bulbo all’interno dell’incavo oculare. L’occhio sta dietro la lente degli occhiali, e ci osserva nella nostra cecità di apparenze. A destra il claim “Heart sees better”.

A salutare questa edizione del MArteLive è l’opera di Vinicio Trugli, che in un’epoca come la nostra, invasa da super-io freudiani sempre più opprimenti, ci augura: “Take care of yourself, please no more downcome”. L’immagine, in vettoriale, mostra un uomo iconico, mentre si guarda allo specchio. Questi però è privo di volto. Quello lo trovate sullo specchio, a ricordarci che tutto ciò che crediamo di essere non è che un nostro semplice riflesso.

Giampiero Amodeo

1 giugno, Catia Mancarella, Giampiero Amodeo, grafica, martelive 2010, martemagazine, Massimiliano Fabrizi, Matteo Scanu, Michele Mappa, Valentina Cipolla, Vinicio Trugli

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