DANZA V_ La libertà che manca
Manuela Lops apre la V serata del MArteLive 2010. La protagonista di questa performance si presenta in scena spingendo a fatica un carrello della spesa; la fatica appare più morale che fisica. È una donna come tante, non come tutte, ma come tante.
E come tante donne, si vede “costretta” in un ménage à trois fra lavoro, famiglia e spesa. Una relazione che non rende giustizia alla vita, ma che anzi crea nella protagonista confusione, ripetizione e monotonia. Le forse eccessive pause portano una lieve frammentarietà drammaturgica. La coreografia infatti si apre con un ritmo relativamente lento, che a tratti si mantiene per tutta l’esibizione e mentre la musica prosegue, queste pause non sembrano sortire effetto sul personaggio che anzi, continua i propri viaggi mentali indisturbato. Questo fido carrello della spesa quasi come un fedele compagno di vita, appare ora come un paracadute, al quale il personaggio si aggrappa con speranza di non crollare, ora come una vasca da bagno, nella quale lasciarsi andare in onde profumate e rilassanti. È una donna che lavora e si divide tra famiglia, lavoro, spesa e desideri, desideri che come prorompenti speranze, ma nello stesso tempo indifferenti e inquietanti, vengono disattese da presenza “familiari”. È una donna che sembra cercare qualcosa che possa renderla felice o perlomeno serena. Forse troppe persone intorno al lei considerano la sua presenza scontata e non hanno né la capacità, né il desiderio, né (ahimè) la voglia di supplire alle carenze che la protagonista percepisce e sopporta. Lei cerca ma non trova, spera ma non riceve, aspetta ma non riceve nessun gesto di gratitudine. Si getta così verso obiettivi che sono inesorabilmente destinati a lanciare la protagonista in nuovi circoli. Un nuovo uroburo senza possibilità di risoluzione. Forse è meglio porre rimedio prima che diventi tardi, prima di essere gettati con la spazzatura come un sacchetto ormai usurato.
La compagnia ospite Arti illesi presenta Game Over, con le coreografie di Daniele Sterpetti e Azzurra De Zuanni (anche interprete). Lo spettacolo appare come una coreografia esteticamente elegante, precisa e raffinata che nella sua perfezione non lascia spazio a dubbi, incertezze interpretative e disordine mimico. La performance si presenta come una sorta di gioco, un gioco che ha diverse modalità di sviluppo. Parte con gesti brevi, fermi e mentre l’esibizione prosegue, i toni vengono ad approfondirsi, moltiplicano la loro potenza espressiva come i livelli di un videogioco. È una coreografia pensata a partire da una fase concettuale ben definita, ben propria nella mente dei coreografi e infatti si presenta come un’idea, come una puntuale, precisa sequenza di gesti asciutti che lasciano nella mente il dolce sapore della precisione.
Silvia Martiradonna presenta -K- che seppure nella sua brevità lascia un fremito nel pubblico e negli addetti ai lavori. Preparato in breve tempo, è stato allestito appositamente per il MArteLive 2010 e costruito con precisione in ogni sequenza di movimenti. Sette attori si dividono le scena con un 3+4 e ognuno compie gesti netti, successioni mimiche meccaniche, ma nello stesso tempo coordinatamente lineari e morbide. È un progetto nato e cresciuto durante il parto, creato nel divenire con danzatori in scena che si muovono con precisione e simmetria. Simmetria lievemente carente nell’incipit: nel prologo infatti l’esibizione, forse a causa dell’ambiente che non lascia grande spazio alla concentrazione, appare appena sufficiente. Concentrazione che però esplode in itinere, quando la poesia entra nella mente e scombina le idee portando nuove associazioni mentali, nuove coreografie neurali. Bdrkontejner crea un’esibizione che nulla ha che vedere con il sapore stantio e ammuffito che resta a volte nella mente. Qui il pensiero vaga, porta nuovi concetti, regala al pubblico un delicato sentore di libertà.
Emanuele Truffa Giachet
25 maggio, Arti illesi, danza, Emanuele T. Giachet, Manuela Lops, martelive 2010, martemagazine, Silvia Martiradonna