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Georgi Gospodinov – Romanzo naturale

Come è possibile oggi il romanzo, visto che ci è negato il tragico. Come è possibile persino il pensiero del romanzo, visto che manca il sublime. Visto che esiste soltanto il quotidiano, con tutta la sua prevedibilità o ancora peggio con l’insopportabile mistero di devastanti casualità. Il quotidiano nella sua mediocrità, solo qui traspare il tragico e il sublime. Nella mediocrità del quotidiano.


Siamo a pagina 36, e Gospodinov non ce lo manda certo a dire: il romanzo non è più possibile, nel mare della mediocrità del quotidiano. O meglio, non è più possibile nel senso comunemente – letterariamente parlando – attribuito alla parola.

Romanzo naturale è un romanzo sul romanzo che racconta una storia. Un romanzo sulla (im)possibilità del narrare stesso. Un romanzo che non si pone come obiettivo quello del raccontare.

Forse è proprio per questo che l’autore ha sentito il bisogno di porre accanto alla parola Romanzo, nel titolo, l’aggettivo naturale: egli scruta la realtà come un naturalista e ne riporta le infinite sfaccettature a un lettore che deve saltare da una parte all’altra dello steccato della logica per stargli dietro.

L’autore porta il lettore nella sua bottega, gli squarcia il velo dell’immedesimazione rendendo palese l’artificio. Eppure sentiamo vivissimi i personaggi che via via appaiono sulla scena del racconto; appena tratteggiati, vivono nella nostra immaginazione che si prodiga di riempire i vuoti sapientemente lasciati da Gospodinov. Ed ecco che, ritagliandoli sulle storie personali di ciascuno, ogni lettore ne ricaverà un’identificazione ancora maggiore.

Non una lettura facile, insomma, ma di certo estremamente interessante e piacevole; completa, insomma, e che cattura davvero la mente e non ammette interruzioni.

Trama sì, trama no? Si E no.

A unificare questo materiale così magmatico l’autore pone un io narrante con il suo stesso nome, che ci si manifesta in tre personaggi con tre storie diversissime.

Il centro del tutto, forse, è il fallimento di un matrimonio e la sua ricostruzione attraverso la lente del ricordo, la narrazione per eccellenza. Parallele, le storie di un giardiniere (pazzo?) e di un barbone, tutti omonimi.

Nell’attenzione alle sfaccettature, da naturalista Gospodinov si interroga su un elemento fondamentale: l’inizio; e arriva a proporre un romanzo fatto solo di inizi. E ci vengono in mente certi esperimenti dell’Oulipo e del nostro amato Italo Calvino.

Filo conduttore, se di filo conduttore ha senso parlare in una narrazione che è consapevole di non poter essere esaustiva, è una Storia Naturale (l’aggettivo non è casuale) dei “luoghi di decenza”, come leggiamo sulla quarta di copertina. E delle sue frequentatrici più assidue, le mosche, che diventano l’emblema stesso di quelle sfaccettature che compongono il reale.

Nella mediocrità del quotidiano, mosche e toilette non potevano certo mancare.

Così come non poteva mancare il comico, che mescolandosi al tragico e costituendone l’elemento complementare, va a quadrare il cerchio del Romanzo naturale del mondo.

Chiara Macchiarulo

Georgi Gospodinov

Romanzo naturale

Voland

pp. 153

13 euro

Chiara Macchiarulo, Georgi Gospodinov, libri, romanzo natura

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