Skip to main content

Le mani di Bice

Alessia_Grassoi
[CINEMACITTA’]

Alessia_GrassoiSono quasi ottantasei anni, quelli che si porta addosso la famosa sarta teatrale Beatrice Minori, detta Bice. Due giorni prima del suo compleanno, viene omaggiato il suo lungo percorso che l’ha condotta alla professione di Sarta, tra gioie, dolori e le difficoltà del mestiere, con un documentario dal nome Le mani di Bice.

La rappresentazione, tenutasi il 14 Dicembre al famoso Teatro Vittoria di Roma, ha raccolto con un’affettuosa intimità tutti i più cari amici della donna, che tra racconti divertenti ed applausi non ha potuto fare a meno che commuoversi.
Il documentario, che si presenta come un simpatico viaggio attraverso la vita di Bice, è stato realizzato da Gigliola Funaro, insieme all’idea e la collaborazione della costumista Gianna Gelmetti.
La Funaro, regista veterana della Rai,  con trasmissioni come Linea Verde, Sereno variabile e Linea Blu, ha vinto il secondo premio di regia per Termoli Borgo Vecchio con dei servizi sul Molise e una menzione speciale, nel 2006, al Festival del Cinema di Brescello per il suo primo documentario dal nome Il sogno di Samiaa.

Con Le mani di Bice, la Funaro ha voluto non solo narrare l’intensa storia di una donna forte ed Bice_Minoriironica al contempo, ma ha cercato anche di riaprire una porta antica, su ciò che una volta era il mondo del lavoro.
A quarantacinque anni, dopo una vita di umili lavori, fino alla professione di cuoca alla mensa della Rai, Bice si ritrova gettata nel vortice di un mondo che mai avrebbe pensato di vivere ad occhi aperti: coinvolta come sarta da Luca Ronconi per confezionare i costumi di Elena Mannini per la prima edizione spolentina dell’Orlando Furioso, Bice inizia ad imparare l’arte della sartoria Teatrale, dimostrando di avere non solo delle doti innate, ma anche un particolare gusto nello scegliere le composizioni dei costumi di scena.
Da allora, sono tanti i lavori che si susseguono: il Masaniello, la Gatta Cenerentola, le commedie di Eduardo, il Teatro delle donne La Maddalena, fino al famosissimo Musical Notre Dame de Paris.

Ripercorrendo oltre mezzo secolo di storia del teatro italiano, il documentario di Gigliola Funaro, ci dona anche le testimonianze di chi, ha potuto osservare da vicino una personalità come quella di Beatrice Minori: la scrittrice e regista Maricla Boggio, la scrittrice Dacia Maraini, il regista teatrale Michele Mirabella, l’attore e regista Michele Placido, il produttore musicale David Zard e  i costumisti come Gianna Gelmetti, Santi Migneco e Rosaria Rapuano.
Voci e commenti che ci portano a capire anche solo metà della forza interiore che questa donna porta con sé da tutta una vita: attraverso le sue origini Ciociare (nata a Serrone), alle dure esperienze della guerra e della vita (malata di tisi arrivò al Coma), fino alla gioia del suo unico figlio, ora Restauratore Artistico.
Viaggiamo insieme alla sua voce roca, che giunge simpaticamente a raccontarci i retroscena più naturali del suo lavoro, apparendo per ciò che è: genuina, vera e totalmente schietta.
Nei brevi capitoli che si suddividono lungo il documentario scopriamo le origini, la famiglia, lo sbocco alla Rai, il Teatro Povero e la sua mostra a Serrone, un Museo dove sono esposti attualmente tutti i suoi costumi, tra cui uno alla quale sembra essere particolarmente affezionata, ovvero quello di un Pinocchio abbastanza semplice, col tessuto dipinto a mano.
E sono proprio i costumi, i secondi protagonisti insieme a Bice, tra drappi, pompose stoffe ed oggetti inusuali che possono anche fare da ornamento ad un mantello di un Dio: ricchi abiti che giocano con la nostra fantasia, se non il nostro piacere estetico.

Quella di Bice Minori, per noi, resta una storia affascinante, a tratti magica, che ci fa comprendere come ognuno di noi, a nostro modo, siamo destinati precisamente a qualcosa. Che sia un lavoro o un percorso da compiere, nella vicenda di Bice c’è quasi sempre lo zampino di un Destino che le ha affibbiato un’arte che lei, da sempre, ha rifiutato e catalogato come un mestiere non suo.
Insieme alla certezza che Bice sia stata spinta nel mondo che ora più le appartiene, si mescola anche il rammarico di tempi diversi, dove magari veniva donata una possibilità in più ad un talento vero, che aveva semplicemente il bisogno di impratichirsi. Adesso Beatrice Minori possiede la sartoria BI.MI., tra le più richieste dal Teatro Italiano, dove ancora oggi lavora a pieno ritmo insieme alle due nipoti.
Alla fine del documentario e di un lungo applauso senza sosta, tutti gli amici e i colleghi di Bice le hanno dedicato un brindisi, per rammentarle non solo ciò che è riuscita a creare nella sua vita, ma anche ciò che tutt’ora dona al mondo:  “Mercanzia per vestire i Sogni”.

Alessia Grasso

 

Alessia Grasso, Beatrice Minori, cinema, documentario, Gigliola Funaro, Le mani di Bice, martelive, martemagazine, Moda, rubrica cinemacittà, sartoria teatrale, teatro, Teatro Vittoria

Lascia un commento