I cartelloni sulla violenza alle donne tra i libri di Tuba
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Da Tuba, la libreria al femminile una mostra molto singolare: la cartellonistica di alcune associazioni italiane che si occupano della violenza sulle donne. Scegliere di commentare dei cartelloni di sensibilizzazione forse non è propriamente inquadrabile in un tema artistico.
Credo, invece, che sia il caso di parlare delle parole, delle immagini e di come si debbano combinare per raggiungere quell’effetto comunicativo che è fondamentale per delle associazioni che basano tutto il lavoro sull’ascolto e sulla comunicazione. Cartelloni realizzati da associazioni della Lombardia, dell’Emilia Romagna, Cosenza e Roma, e si affacciano anche dei termini tedeschi su un foglio incorniciato.
Tuba, una libreria che si occupa di letteratura al femminile, che gioca con le parole per le donne e delle donne, che combina l’emporio di oggetti che potremmo definire curiosi e che ci aspetteremmo in altri negozi, propone sulle sue pareti e nel suo spazio la possibilità di un incontro.
Mercoledì 18 novembre alle ore 18.30 le operatrici dell’Associazione Donna L.I.S.A. e giovedì 19 novembre, sempre alle ore 18.30, le operatrici della cooperativa Be Free realizzeranno un incontro per offrire quelle parole che usciranno dai cartelloni colorati per arrivare direttamente alla sensibilità femminile.
L’argomento violenza, spesso dimenticato, spesso usato per fare della triste demagogia, è di sicuro nell’immaginario legato ad un carico di clichè, ma in realtà quelle immagini non sono le letture che le donne danno di se stesse. Il linguaggio che deve essere usato in questa comunicazione, che deve arrivare alle paure femminili, ha bisogno di un linguaggio facile, immediato, ma anche delicato, non severo e non perentorio.
I centri antiviolenza hanno usato nella cartellonistica immagini liberty, in cui le donne diventano fiori o ritornano ad esserlo, rivestite solo di un vento che le può liberare. Hanno coinvolto amiche dell’animo femminile. Ritrovare le parole della Dickinson è stato come incontrare chi sa e può capirti. Hanno usato colori delicati e accesi a seconda del messaggio. La grafica è sempre semplice, deve arrivare il messaggio e usare troppi fronzoli sarebbe stato poco immediato.
Una donna stilizzata sul verde ha gli occhi spalancati ed enormi, ricorda un manga giapponese. In quegli occhi grandi, la tristezza.
E poi il fumetto, fare ironia su un tale argomento è difficile, come poter poggiare qualsiasi sorriso in materia. Invece, queste associazioni ci provano perché sanno che la comunicazione con una donna deve essere varia e non monocromatica. Perché ogni donna ha così tante sfaccettature che neanche lei sa e può leggere.
Autori e lavori di mani sconosciute, che ora saranno conservate da Tuba nelle settimane centrali del mese di novembre 2009. Biglietti che ci vengono dati in metropolitana o che intravediamo in un giornale femminile e che sono il pensiero e lo sforzo anche artistico per far capire alle donne cosa vuol dire provare a ritrovarsi.
Tuba, via del Pigneto 19, Roma
Tel 0670399437, www.cybertuba.org
Rossana Calbi
martelive, martemagazine, rubrica Graffi(a)ti ad arte, Shiba, Tuba