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Roma incontra i Radiodervish

Roma – 23 giugno 2009

Roma incontra il mondo

Radiodervish + Solisti dell’Orchestra di Nazareth

I concerti estivi a Villa Ada sono ormai da 15 anni un appuntamento imperdibile per i tanti romani e non che trascorrono l’estate nella Capitale.


Lo spirito del multietnico incontro tra culture sostiene anche l’edizione di quest’anno. Roma incontra davvero il mondo: gli artisti che si esibiscono – quest’anno come nelle edizioni precedenti – sul palco di Villa Ada, sono esponenti della musica “intercontinentale”, più che internazionale.

Oltre ai numerosi artisti italiani, musicisti brasiliani, indiani, giamaicani, australiani, statunitensi, francesi, balcanici e così via.

Questo spirito di incontro è stato avvertito con particolare evidenza in occasione del suggestivo concerto dei Radiodervish, lo scorso 23 giugno.

La musica dei Radiodervish è una musica che vive dell’incontro tra culture, tra un Oriente sempre più vicino e un Occidente che gli si allontana sempre più per paura di quell’incontro.

La band già nella sua composizione è il risultato di un contatto: il cantante Nabil Salameh infatti è di origine palestinese, mentre gli altri due membri del gruppo Michele Lobaccaro (chitarre e basso) e Alessandro Pipino (tastiere) provengono da una terra che per la sua posizione geografica è un ponte naturale verso Oriente, la Puglia.

In occasione dell’esibizione a Villa Ada, poi, ad accompagnare le dolci melodie e la calda voce di Nabil erano presenti i Solisti dell’Orchestra di Nazareth: Nizar Radwan (oud e violino), Adel Khoury (darbuka e tar) e Issa Awad (kanun). L’atmosfera creata da questi suoni sconosciuti accarezza in una sorta di caldo abbraccio i presenti, i quali non possono fare altro che farsi trasportare dai ritmi dei classici della tradizione mediorientale.

Ad arricchire ulteriormente questo quadro già brillante, la presenza di una grande artista della musica mediorientale, Lubna Salameh; come fa notare al pubblico lo stesso Nabil, i due cantanti hanno lo stesso cognome, ma lui è musulmano mentre lei è cattolica: uniti e divisi, si incontrano nella musica.

Lo spettacolo fornito al pubblico riscalda una serata insolitamente fresca. Il cielo minaccia pioggia, ma per fortuna si limita a qualche goccia all’inizio del concerto. Si alternano momenti di grande pathos a momenti in cui il ritmo e la voglia di ballare prendono il sopravvento sugli spettatori, che non possono fare a meno di assecondarne l’imperativo e lasciarsi trasportare.

I Radiodervish propongono alcuni tra i grandi classici del loro repertorio: da “L’immagine di te” (dall’album omonimo del 2007), che racconta – teneramente e disperatamente allo stesso tempo – la fine di un amore; “Rosa di Turi”, ispirata a una lettera di Antonio Gramsci alla moglie (dall’album del 1996 Radio Dervish); fino a “Centro del mundo”, dall’omonimo album del 2002; e, last but not least, “L’esigenza”, sempre da Centro del mundo. Senza dimenticare la versione di uno dei classici della canzone italiana “Amara terra mia”, di Domenico Modugno.

L’emozione che arriva dal palco è davvero tanta. E viene gestita con maestria dagli artisti, che sapientemente la dosano con momenti di ritmo, la cui anima è la cantante Lubna Salameh: coinvolgente intrattenitrice, invita il pubblico a muoversi e a battere le mani su quelle melodie affascinanti. Il tutto mentre i Solisti accompagnano le voci intrecciate dei due artisti.

Il pubblico non vuole saperne di lasciare andare il gruppo, e a gran voce lo richiama a uscire; dopo i due bis concessi, i Radiodervish e i loro colorati e trascinanti ospiti fanno un profondo inchino e lasciano definitivamente il palco.

Chiara Macchiarulo

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