Dolomiti patrimonio dell’Umanità
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]
Fresche fresche di nomina, le Dolomiti entrano finalmente nell’elenco dell’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Dopo lo smacco per la mancata menzione di almeno una destinazione italiana nella classifica della ABC (vedi www.corriere.it/cronache/09_giugno_16/tortora_percorsi_affascinanti_top_ten_53e14db0-5a8d-11de-8451-00144f02aabc.shtml) per le 10 strade più belle del mondo, ci riprendiamo la nostra meritata rivincita.
Del resto chi è causa del suo mal pianga se stesso. Siamo i primi a non avere molto rispetto per le bellezze di casa nostra, per non parlare della scarsissima capacità di valorizzazione del patrimonio nazionale. Se avessimo un quarto della capacità di marketing territoriale dei francesi (che a volte esagerano proprio e riescono a propinarti 4 sassi come fossero monumento nazionale), saremmo un Paese ricco e prospero, con meno ciminiere e sgorbi architettonici, più natura intorno a noi. Tant’è…
Ma torniamo ai nostri gioielli. Questi giganti hanno una storia lunga, cominciata a partire dal Permiano, circa 270-280 milioni di anni fa. Ad un certo punto (30 milioni di anni dopo) la zona è sommersa dal mare e questo è il motivo per cui nell’area si trovano tanti fossili di origine marina. Ma ve la faccio (molto) breve sennò mi ci vuole un’enciclopedia. Quel che vediamo oggi è il frutto dei movimenti della crosta terrestre e delle sue placche. Aggiungiamo l’azione del vento, dell’acqua e del sole. E il capolavoro è fatto.
Sembra che nulla possa scalfire la magnificenza di queste montagne, eppure frane e crolli, anche di una certa importanza (come quelli del 2004, quando le Cinque Torri persero una guglia, e del 2007 dalla Cima Una in val Fiscalina) ci dimostrano che sono giganti fragili. E dire che durante la Prima Guerra Mondiale le hanno abbondantemente picconate, tarlate e persino prese a colpi di obice.
Al di là dell’indiscussa bellezza naturalistica che fa delle Dolomiti uno dei comprensori più famosi al mondo tra gli amanti della scalata, ma anche del semplice escursionismo, queste montagne sono state teatro del confronto tra le Truppe del Regno d’Italia e l’esercito Austro-ungarico, durante la Grande Guerra. Ogni sasso potrebbe raccontare un’azione di guerra, lo spirito coraggioso di chi dette la vita per la propria patria.
Grazie all’impegno dei volontari e di appassionati di storia, oggi è stato possibile recuperare numerosissimi reperti bellici disseminati ovunque. Le Dolomiti ospitano un impressionante reticolo di trincee e gallerie scavate sia dai soldati italiani che dai Kaiserjäger austro-ungarici. Cunicoli strappati alla roccia, con arnesi rudimentali, a forza di picconate.
È nato così, con un recupero attento e minuzioso, il Museo all’Aperto della Prima Guerra Mondiale. Si possono visitare postazioni con manichini in uniforme, ritratti nelle loro più comuni attività, con oggetti di uso quotidiano e le armi che avevano a disposizione, mentre in alcuni punti è possibile addirittura ascoltare i rumori e i suoni dei combattimenti. Prendono così drammaticamente vita i racconti di combattimento che ci sono giunti dai libri di scuola, o dal racconto dei nonni.
Un bell’esempio di valorizzazione del territorio che nei risultati si è dimostrato vincente e che si spera venga preso a modello più spesso nel nostro Paese.
Amanda Ronzoni
INFO COME ARRIVARE E DOVE ANDARE
Sul sito www.dolomiti.org, selezionando l’area di Cortina d’Ampezzo si trovano praticamente tutte le informazioni sui percorsi, gli eventi e le strutture di ospitalità della zona, distinte stagione per stagione.
Per informazioni sull’accessibilità ai vari Musei visitate i siti: www.cortinamuseoguerra.it e www.dolomiti.org/ita/Cortina/laga5torri/musei.
Dove mangiare:
Rifugio Cinque Torri (metri 2.137, Località Cinque Torri, Cortina d’Ampezzo, tel. e fax 0436 2902, www.cinquetorri.it). A gestione familiare, la cucina è un invito a tornare: ci sono i tipici casunziéi, i chenédi, la minestra d’orzo, imperdibili le tagliatelle ai funghi porcini. Da assaggiare è lo strudel di mele, davanti al tepore della grande stufa in maiolica.
Hotel Fiames (via Fiames 13/b, a Cortina d’Ampezzo, tel. 0436 2366, www.albergofiames.it) A parte i piatti della cucina tipica, qui il must sono i toast, insolitamente grandi e abbondantemente farciti, ottimi per una sosta sulla via per Dobbiaco.
Ristorante Hubertus Hof (a Dobbiaco, tel. 0474 972276, info@hotelhubertushof.it) A 10 minuti dal centro di Dobbiaco, è un albergo ristorante che propone piatti della tradizione altoatesina.
Dove Dormire:
Rifugio Cinque Torri (metri 2.137, Località Cinque Torri, Cortina d’Ampezzo, tel. e fax 0436 2902, www.cinquetorri.it) Aperto a partire da metà giugno al 30 settembre e da dicembre ad aprile, è una pietra miliare dell’ospitalità della zona. Inaugurato nel 1904, è meta di alpinisti ed escursionisti da tutto il mondo. Serve prenotazione: i posti letto sono solo 16.
Rifugio Scoiattoli (metri 2.255, Località Cinque Torri, Cortina d’Ampezzo, tel. 0436 867939, rifugio.scoiattoli@dolomiti.org). Gestito dalla famiglia Lorenzi, il rifugio ha una bella terrazza panoramica e si trova nelle immediate vicinanze delle Museo all’Aperto delle Cinque Torri.
Hotel Meublé Royal (via Stazione2, Cortina d’Ampezzo, tel. 0436 867045, www.hotelroyalcortina.it) Posto in centro città in un palazzo del Settecento, a due passi dall’isola pedonale e dallo struscio cortinese, ha prezzi che variano a secondo della stagione.
Foto di Amanda Ronzoni e Marco Stoppato:
Profilo delle Cinque Torri al Tramonto
Una postazione in trincea del Museo all’Aperto della Prima Guerra Mondiale
Vette innevate
I classici colori delle Dolomiti
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