Burattino senza fili
[TEATRO]
ROMA- Finale in chiave di violino per la rassegna Salviamo i Talenti che chiude il sipario del Teatro Vittoria con uno spettacolo dedicato al genio e alla musica di MOZart.L’ultimo atto di questa prima edizione ha portato in scena – dal 6 al 10 giugno – la figura del celebre musicista austriaco in una luce del tutto inaspettata. Il Wolfgang Amadeus realizzato da Gino Auriuso – interprete, autore e regista del monologo – appare dominato da istinti carnascialeschi e goliardici che si esprimono per mezzo di una recitazione nervosa ed esuberante.
La sua personalità infantile e indisciplinata è infatti convogliata in un canovaccio che evoca, di pari passo con le scelte scenografiche di Francesca Serpe, atmosfere proprie della Commedia dell’Arte in cui il personaggio si muove come un eccentrico Arlecchino.
Dietro all’umorismo sprezzante e talvolta un po’ grossolano, si cela tuttavia la profonda sofferenza di un adolescente irrimediabilmente braccato dall’ambizione del padre, convinto che il suo estro precoce sia in effetti un grande miracolo da sfruttare ad ogni costo. Pur non essendo del tutto a proprio agio con gli altalenanti stati d’animo del protagonista, l’attore ne lascia trasparire l’ambiguità emotiva attraverso i gesti, ispirati alla meccanicità arrendevole di un burattino mosso dalle aspettative altrui prima ancora che dalla volontà personale.
Intorno a lui si incontrano le voci disincarnate di tutte quelle presenze invisibili che, con le loro delibere, influenzano e condizionano la sua esistenza. La stessa musica – tema portante della dannazione e del piacere del compositore – diviene a sua volta un elemento concreto, grazie all’accompagnamento offerto dal pianista Stefano Caponi. Seguendo il fil rouge delle sue composizioni, il testo si snoda per quadri di natura epistolare lungo tutta l’esistenza di Mozart accompagnandolo fino alla soglia del REQUIEM, sua ultima fatica.
Nonostante le intenzioni, l’opera non riesce a tracciare un paradigma potenzialmente universale della figura dell’Artista, ma non per questo viene meno a quei requisiti di merito con cui la rassegna – fortemente voluta da Viviana Toniolo – ha viziato il suo pubblico. La bella performance sembra risentire, piuttosto, dell’agguerrita concorrenza delle compagnie che l’hanno preceduta e che – a partire dalla prossima settimana – saranno valutate per l’assegnazione del Premio Attilio Corsini. La grande opportunità che la direzione del Teatro Vittoria ha offerto alle quattro compagnie in gara rappresenta di per sé un esempio quasi unico di interesse e considerazione rispetto al panorama del teatro emergente e mai come questa volta, in fondo, l’importante è stato partecipare.
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