Omaggio a Pasolini con gli Elettronoir
[MUSICA]
ROMA- Il 26 aprile 2009, nel cuore di san Lorenzo, al MADS, gli Elettronoir hanno presentato Non un passo indietro, seconda parte della trilogia Tutta Colpa Vostra, lavoro di ricerca su un passato non lontano, gli anni di piombo. Gli Elettronoir, Marco Pantosti voce e piano, Nando Mattera sintetizzatore, Matteo Cavucci basso, Davide Mastrullo batteria elettronica e Georgia Colloridi voce, hanno iniziato il loro percorso assieme nel 2005.
Nel 2007 collaborano con Rachele Bastreghi (Baustelle) ne Ep#102006, e sempre nel 2007 il loro singolo “Diva” è la colonna sonora di Sexybition, cofanetto edito da Cecchi Gori; in cui i colori della fine degli anni ’70 descrivono al meglio la morbidezza della voce che segue i suoni elettronici. (www.elettronoir.com)
Il linguaggio usato dal gruppo rimanda alle melodie di Morricone e al contempo alla new wave post punk dei Cure. Quest’ultimo lavoro, nello specifico, è dedicato a Pasolini, sembra quasi che gli Elettronoir si siano fermati agli anni ’70, ripercorrendo, appunto, la new wave e trattando argomenti storici e cinematografici di quel periodo. Invece, la loro musica elettrica parte da spunti e ispirazioni alte per raggiungere una contemporaneità non urlata e stridula. In “Non un passo indietro”, gli Elettronoir rileggono il Pasolini delle Ceneri di Gramsci, la loro musica è letteralmente “Tra speranza e vecchia sfiducia”; come un tracciato lento in cui si cerca di ascoltare l’esperienza passata per ripercorrere in fondo le stesse strade di adesso.
Tutto risponde a questa loro scelta stilistica, anche le foto di Fabrizio Perrini, fotografo del gruppo, che ha esposto al MADS gli scatti alla band e il suo ultimo lavoro Il Cielo sotto Roma.
Le immagini di Perrini leggono la musica degli Elettronoir, cariche di bianchi stridenti che fanno perdere i contorni delle cose e dei visi, quasi a non renderli presenti in questo tempo e in questo spazio, contrasti di oggi in una scenografia antica. Gli archi del Mandrione, ancora un altro chiaro riferimento a Pasolini, incastrano i componenti della band in un tempo immobile, in uno spazio in cui “non si muore” per citare il titolo di una canzone dall’ultimo album. Gli scatti di Perrini fondono “luci ed ombre”, altra citazione dal brano “Medea”, in un color seppia che è il rimando ad un passato e nostalgia di un lessico poetico consistente.
Ricordo e speranza di poter ancora fare poesia che scopra “anima e non corpi”, come diceva Pasolini. Operazione difficile quella di Perrini, che al solito, riesce ad esprimere con i suoi “bianchi ossessivi” immagini tenui quasi deperibili.
(foto di Fabrizio Perrini)
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