A. Seveso, Nata sotto un salice
LIBRI- Sarà che le narrazioni ambientate nei secoli scorsi sono terribilmente romantiche, sarà che il mito della giovane orfana sfortunata che trova il principe azzurro (Duca in questo caso) apre i cuori femminili, sarà che Annalisa Seveso ha delle ottime qualità come narratrice, sarà quel che sarà, Nata sotto un salice, romanzo decisamente d’intrattenimento, risulta godibilissimo e a suo modo affascinante.
Ci si ritrova avvolti dal turbinio di personaggi che intrecciano le loro vite e le loro storie, tra figli abbandonati, orfane, vite dissolute, ravvedimenti e, naturalmente, amore.
Camille, la protagonista del romanzo, giovane donna dalla bellezza discreta, è cresciuta in un orfanotrofio della campagna londinese, ma divenuta grande deve lasciare l’Istituto per crearsi una vita indipendente. Dopo un periodo d’incertezza vissuto tra le mura sicure di una famiglia del villaggio vicino all’orfanotrofio, la ragazza va a Londra per cercare la sua occasione, con l’intento di diventare una istitutrice, finisce invece per vivere con una prostituta (anche lei proveniente dall’orfanotrofio) e un omosessuale, e frequentare, suo malgrado, i quartieri miserabili della città. La fortuna però ha in serbo per lei molte sorprese: riesce a diventare istitutrice di Daphne, una bambina triste perché orfana di madre, figlia del Duca di Cavendish, ambasciatore di Re Giorgio III. Con la sua grazia e la sua determinazione Camille conquisterà il cuore di entrambi, padre e figlia. Ma la storia, ovviamente, si complicherà, soprattutto grazie all’intervento delle cattive di turno e la giovane Camille ed il suo principe azzurro dovranno combattere per giungere alla verità ed al tanto sospirato matrimonio.
Sicuramente un libro sulla tolleranza, sui buoni sentimenti e sull’amore puro, che non conosce differenze sociali o economiche.
La Seveso alla sua prima prova letterario fa sfoggio delle sue conoscenze storiche e letterarie: in molti punti è evidente il richiamo a grandi autrici del passato come Louise May Alcott (Piccole Donne), Emily Bronte (Cime tempestose) o, in qualche modo, anche al Goethe de Le affinità elettive (sebbene senza tutta la profonda ricerca psicologica che contraddistingue l’autore tedesco), ma con una raffigurazione immaginifica che ricorda molto l’impronta pittorica del primo Impressionismo francese. Una narrazione semplice, un po’ favolistica, a tratti quasi bucolica, che però ha la capacità di catapultarci da subito nell’Inghilterra di fine ‘700, ammaliandoci con atmosfere romantiche che, al contempo, risultano anche decisamente moderne, condite da una cura tecnica dei particolari (editing e copertina), propria della Iacobelli Editore, che ogni volta ha la capacità di stupirci.
Da leggere…perché l’istinto al sogno, all’evasione, è più forte di qualsiasi realtà: in fondo la Storia insegna da sempre che nulla è mai detto, soprattutto quando si parla d’Amore…
Annalisa Seveso, Nata sotto un salice, Iacobelli Editore, pag 259, € 12
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