Grisu’, Giuseppe e Maria: una storia italiana
Buio in sala, sipario ancora chiuso, l’occhio di bue illumina un piccolo altare e una anziana paesana che ha deciso di raccontare a Gesu’ come andarono veramente le cose in quel lontano 1956, prima che per lei sia troppo tardi.
Sipario e la scena si apre su una sagrestia di Pozzuoli, dove il parroco don Ciro (Paolo Triestino) si barcamena, nell’Italia povera e appassionata del dopoguerra, tra un disastroso sagrestano (Nicola Pistoia) e la ricerca di soluzioni per i guai e le disavventure dei suoi poveri ed ignoranti parrocchiani.
Attraverso la storia di due sorelle, donna Rosa (Crescenza Guarnieri) e donna Filomena (Sandra Caruso), nei guai insieme al fascinoso farmacista del paese (Diego Gueci), la commedia Grisu’, Giuseppe e Maria, scritta da Gianni Clementi e diretta ed interpretata da Nicola Pistoia, mette in scena in modo brillante un’Italia dove i sogni erano spesso affidati a chilometri e valige di cartone, ad una miniera lontana, ad un pallone. Un’Italia semplice ed ignorante ma capace di compassione, di solidarietà e di farsi carico ed affrontare anche le situazioni più difficili con coraggio e bontà d’animo.
Una commedia in perfetto stile Eduardo, con la stessa capacità di far ridere, sorridere ed emozionare con le vicende tragicomiche del nostro piccolo paese, intrise di passione ed ironia. Un susseguirsi brioso e ben costruito di situazioni imprevedibili con un finale ironico e per nulla scontato.
E tra alleluja impossibili, confessioni imbarazzanti e lettere sgrammaticate di analfabeti, c’è spazio per un tributo al ricordo di uno dei più tragici eventi della nostra storia di immigrati: il disastro della miniera di Marcinelle dell’agosto del ’56, in cui morirono 262 minatori, di cui 136 italiani. Bellissimo, tenero e toccante è, in particolare, il racconto del drammatico viaggio di una vedova e una madre, accompagnate in Belgio a porgere l’ultimo saluto ai loro cari.
Perfettamente calati nei personaggi e diretti egregiamente tutti gli interpreti, tra i quali brillano Crescenza Guarnieri e i più che rodati, anche al cinema ed in televisione, Paolo Triestino e Nicola Pistoia, che fu definito per la sua espressione e la sua particolare comicità il Buster Keaton italiano.
In scena fino al 1 marzo al teatro Sala Umberto di Roma, da vedere.
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