Fantareale Slam: amore e fantasia
[LETTERATURA]
Diamo uno sguardo all’agenda e ci accorgiamo che è sabato 14 febbraio. Ma che cosa vogliamo che sia? Siamo coscienti che San Valentino è solo una festa consumistica che usa la commemorazione di un santo per vendere cioccolatini e cartoncini colorati.
E siamo refrattari a tutti questi sdolcinati messaggi, poco subliminali e molto mediatici, che invitano all’amore e alla tenerezza. L’amore è altro? Che domanda retorica! Eppure inizia a prenderci quel magone poco razionale da solitudine da San Valentino. A risolverci la serata: il Fantareale Slam! La gara di letteratura organizzata dalla Scuola e Casa Editrice Omero.
Ogni racconto dei sedici partecipanti, divisi in quattro gironi, va letto in soli cinque minuti, e deve essere una storia inedita legata al fantareale. Ovviamente nella sera del 14 febbraio il tema era obbligatorio: l’amore, fantareale ma pur sempre amore. Premio in palio 300 €.
Plausibile la scelta del tema da trattare in un concorso di letteratura fantareale. L’amore è argomento difficile da analizzare, per questo è meglio trattarlo in modo illogico. Questo il messaggio unico dei racconti che abbiamo sentito nell’Aula Magna di Villa Maria, Largo Berchet 4, sede formale della scuola. E ci sentiamo d’un tratto compresi nei turbamenti, nelle mancate razionalità, e anche nel provare malinconia in una festa come San Valentino.
Del resto la vincitrice assoluta, Patrizia De Luca, con il suo Ricambi d’amore, ci ha fatto ridere delle idiosincrasie tipiche della condizione femminile. Nei suoi cinque minuti c’è tutto: assorbenti, raccolte punti, zitellaggio pressante, incontri con uomini sbagliati e quel pessimo rapporto che si ha con i libretti delle istruzioni, che a noi anche se in italiano sembrano sempre scritti in cinese. Anche Luigi Annibali ci ricorda che per una donna è difficile ricomporre i pezzi di un amore, e che spesso nel farlo si realizzano dei puzzle quanto meno particolari e di poca utilità pratica. Annibali con il racconto più breve della serata, al suo secondo Fantareale Slam, arriva in finale con una storia allegorica e incisiva. Non se la piglia neanche con la sua protagonista, un po’ incapace nella manualità, ma armata da tanto ardore.
Ma che deve fare una ragazza? Si deve adattare e cercare una soluzione alternativa, usare la fantasia e trasportarla nella sua quotidianità. Altrimenti ci si tuffa nella nutella o nella marmellata, come ci avverte Valentina Valentino (il 14 febbraio incontrare una scrittrice con questo nome è già di suo alquanto fantareale!).
Qui c’è qualcosa che non torna, morti d’amore, amori in pezzi, sdoppiamenti schizofrenici. È San Valentino e bisogna analizzare questo sentimento come è giusto fare. Ad aiutarci Maria Beatrice Ratini, che con guizzi geniali costruisce delle immagini con la sola posposizione delle parole, spiega stati d’animo senza dilungarsi in sentimentalismi e ci fa sorridere lievemente, senza essere stucchevole, che è quello di cui si ha bisogno dovendo trascorrere anche da soli la festa più romantica dell’anno.
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