Le Parole dello Schermo: invisibili fili
[CINEMA]
Un occhio caleidoscopico sui nessi che legano indissolubilmente letteratura e cinema. Un mese di eventi culturali, occasioni di scambio ed approfondimenti per la città di Bologna. Il Festival internazionale di letteratura e cinema Le Parole dello Schermo svoltosi dal 2 al 30 novembre e giunto alla quarta edizione, non ha deluso le aspettative. Sessantasei i film inseriti nel programma di cui quattro vere e proprie anteprime per la città (Tiffany e i tre briganti, Ulzhan, Pesquit Sportiv, Vicino al Colosseo c’è Monti), otto le presentazioni di libri e dibattiti per trenta giorni durante i quali ospiti d’eccezione hanno disegnato tratti differenti di uno stesso profilo.
Il primo a raccontare i legami tra carta e pellicola è stato Emir Kusturica che ha inaugurato il Festival con una riflessione dal titolo “Scrivere per il cinema”. Nanni Moretti in occasione della serata-omaggio a lui dedicata il cinque novembre, ha presentato Come parli frate?: inedito adattamento umoristico dei Promessi Sposi manzoniani girato in super8 nel 1973 e recentemente restaurato dalla Cineteca di Bologna.
La parola deformata a scopi parodistici può divenire graffiante sequenza cinematografica, ma anche essere forma d’espressione più adatta per un embrione di film mai realizzato. E’ il caso di Capelli Lunghi, unica sceneggiatura inedita di Monicelli tornata alla luce grazie ad un fumetto ed un libro. Il maestro della commedia italiana, il 9 novembre ha presentato al Festival il volume Capelli Lunghi ed un cortometraggio inedito dal titolo Vicino al Colosseo c’ è Monti. Monicelli ci ha definito la pellicola “un documento di una passeggiata per i rioni di Roma nei quali vivo da 25 anni, senza grandi personaggi né pretese”.
Durante il Festival eccellenti voci del panorama cinematografico e letterario internazionale hanno fornito visioni diverse del rapporto tra parole e schermo. Tuttavia sarebbe riduttivo ricondurre il magmatico programma proposto dall’edizione di quest’anno alle serate-omaggio dedicate a singoli. Il Festival presentava infatti un’interessante triade di temi nevralgici che si distanziavano dal dibattito culturale fine a se stesso, sfiorando questioni di carattere sociale ed antropologico. La rassegna di film aventi per argomento “Vampiri e dintorni “è diventata dunque una riflessione sul fascino che il maledetto ha intrinseco, i dibattiti concernenti ”L’avventura domani” spunti per indagare sul ridimensionamento dell’ignoto dovuto alle conquiste dell’uomo sulla natura e dell’uomo sull’uomo.
Tuttavia il tema cardine dell’edizione 2008 è stato il “Focus sulla Romania”, attenta indagine sul prolifero panorama letterario e cinematografico di uno dei più creativi paesi dell’Est. A questo proposito due intere giornate, il 6 e il 7 novembre, sono state dedicate al confronto tra autori italiani e rumeni nella ricerca di inaspettate analogie ed inevitabili differenze. Parallelamente, il Cinema Lumiére ha proiettato una retrospettiva di film rumeni, capolavori d’epoca selezionati dal regista Lucian Pintille, ma anche nuove proposte come 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni, il film di Cristian Mungiu Palma d’Oro a Cannes 2007.
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