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Roma Rock School: lo spazio sonoro della Capitale

Uno spazio dedicato alla musica rock, studiata in tutte le sue sfaccettature, dalla produzione alla dimensione live, dalla tecnica musicale al look personale. È questo uno degli intenti primari di Roma Rock School, uno spazio di formazione che riesce a coniugare efficacemente i principi classici del genere rock e l’apertura ad un mondo nuovo e in perenne cambiamento.
Per approfondire obiettivi e contributi di questa originale iniziativa, abbiamo intervistato Gianluca Perdicaro e Serena Ottaviani, i due direttori della scuola.


Roma Rock School è la prima scuola di musica Rock in Italia. Perché Roma? Scegliere una metropoli così dinamica e vivace dal punto di vista musicale che valore aggiunto può offrire ad un progetto di questo tipo?
GIANLUCA PERDICARO: Roma è da sempre sede e al tempo stesso crocevia di molti artisti, la produzione artistica romana, soprattutto nel campo della musica rock, è sempre stata molto alta. Inoltre a Roma si incontrano tra i ragazzi differenti culture, nell’ambito italiano e non solo, sono diverse infatti le band formate da musicisti italiani e stranieri. Anche i nostri allievi, sin dall’inizio, sono stati non solo romani ma soprattutto provenienti da tutta Italia e, da quest’anno anche dall’estero. Il valore aggiunto quindi è una enorme apertura mentale che si tramuta quindi in apertura e crescita artistica, in quanto esprimere se stessi nell’arte significa anche farlo superando le proprie barriere mentali e culturali.

Fare rock oggi. Come si sta evolvendo questo genere? In che modo Roma Rock School riesce ad intercettare e interpretare i nuovi stimoli musicali del mondo contemporaneo?
SERENA OTTAVIANI: La forza del Rock sta nel fatto che questa domanda avrebbe avuto senso negl’anni ’70, come ha senso oggi e lo avrà domani. Il Rock è vita, più di ogni altro genere musicale, è espressione profonda del proprio essere e quindi attuale o necessario sempre, in qualsiasi momento. Il Rock è una “urgenza”, un bisogno insopprimibile d’esprimersi, gridando o sussurrando, ma pur sempre comunicando. Fintanto che esisterà l’uomo esisterà la musica, tutta, ed in particolar modo la musica Rock, che nelle radici più profonde dell’uomo trae la sua origine e la sua forza, così come ha fatto e fa ancora il blues, dal quale il Rock deriva. Il suo modo d’evolversi perciò è lo stesso dell’uomo, il Rock cambia espressione come il viso di una persona, crescendo insieme a lei. La Roma Rock School quindi si propone principalmente di far scoprire dentro se stessi questa “urgenza”, cercando di accompagnare l’allievo nel suo percorso di studi non solo curandone la crescita culturale, musicale e tecnica ma anche quella personale, perché il suo modo d’esprimersi artisticamente sia sempre più un modo per comunicare appunto se stesso agli altri.

Raggiungere la migliore espressione di sè stessi durante la performance. Questo è uno degli obiettivi che la vostra scuola si prefigge. Nell’epoca di YouTube e del web 2.0 che valore riesce ancora ad avere la dimensione live?
GIANLUCA PERDICARO: Un valore assolutamente fondamentale! Suonare dal vivo ci da la giusta misura delle nostre reali capacità artistiche, ci riporta alla dimensione emozionale e collettiva della musica evitandoci di diventare delle semplici riproduzioni sonore!quasi dei dischi rotti direi! In realtà il live sta tornando prepotente come negli anni d’oro del “sistema musica”, sempre maggiori sono i locali che propongono musica dal vivo e soprattutto musica originale e sempre minori quindi gli spazi per le cover-band. Per questo la RRS sin da subito ha concentrato la sua attenzione sul complesso momento artistico del live, facendone un punto d’arrivo importante per la formazione dell’allievo sin dal primo anno, abolendo il classico saggio di fine anno (a dir poco odioso) per sostituirlo con un circuito di locali dove far esibire live i propri allievi che già dal primo anno di studi formano all’interno della scuola vere e proprie band da proporre appunto nel nostro circuito di locali. Capire da subito che la musica non si deve esaurire nelle quattro mura della propria stanza ricurvi sullo strumento è una tappa fondamentale dello sviluppo professionale di un allievo, una tappa che purtroppo tutte le strutture in Italia sottovalutano o peggio escludono quasi totalmente dal percorso formativo. Del resto basterebbe paragonare il livello artistico/scenico dei nostri artisti emergenti con quello degl’emergenti di altri paesi europei (Germania in testa) o soprattutto anglo-americani: tristemente imparagonabile!

La vostra scuola propone programmi innovativi in linea più con le grandi scuole di musica internazionali. In che modo riuscite a coniugare preparazione professionale e approccio contemporaneo al mondo della musica?
SERENA OTTAVIANI: Molto semplicemente affidando l’allievo ai migliori Docenti del settore, scelti da me e da Gianluca con grande attenzione e cura. I nostri programmi sono frutto della volontà di trasferire all’allievo non solo le informazioni necessarie a diventare un professionista, ma anche le nostre emozioni, le nostre sensazioni artistiche, tutto quell’universo di informazioni che solo l’esperienza diretta sul campo, in anni e anni di lavoro vero, possono dare. Un buon programma di studi non può prescindere dalla persona! Alla RRS un allievo non è un numero è un potenziale artista, pertanto il nostro approccio non è soltanto formale ma anche sostanziale ed emotivamente coinvolto. È anche questo uno dei motivi per cui i nostri corsi professionali sono a numero chiuso, perché non è possibile seguire con così tanta attenzione troppi allievi.
Ciò che sia io che Gianluca sin da subito abbiamo chiesto a noi stessi e ai nostri Docenti, quindi alla RRS tutta, è riuscire a dare ai ragazzi ciò che nessuna scuola di musica italiana ha mai dato. Per questo molti dei nostri corsi sono in esclusiva italiana, perché pensati da noi per la prima volta e applicati in un modo che non può essere imitato, perchè frutto dell’esperienza personale di grandi Artisti e Docenti che non può essere perciò riprodotta da altri; perché frutto anche di pensieri originali come il Corso di Live Performing, il primo ed unico corso in Italia da frequentare con tutta la propria band, per un lavoro artistico-tecnico-stilistico sui propri brani da vivere insieme così come ogni esperienza musicale di una band deve essere. Quindi per noi innovazione didattica e sostanza tecnica sono un tutt’uno dal quale non si può prescindere.

Nel mondo digitale è sempre più difficile parlare di produzione, promozione e distribuzione della musica. In che modo Roma Rock School riesce a sostenere i propri allievi nella fase produttiva e promozionale del proprio talento?
GIANLUCA PERDICARO: Come detto poco fa già suonare ogni mese, anziché soltanto a fine anno, nei migliori locali della capitale, è un bel modo per farsi conoscere e allo stesso tempo per crescere artisticamente. Inoltre la RRS è anche Management Artistico, ciò significa che i nostri corsi sono considerati quasi un vivaio artistico dal quale il nostro Management attinge per scovare e quindi poi promuovere nuovi talenti. La ROMA ROCK SCHOOL COMPETITION è un altro modo, gratuito, per permettere a band di musica originale di farsi ascoltare, attraverso questo nostro contest per esempio abbiamo scoperto i SUNDOWNER, band romana molto particolare ed originale che dopo aver frequentato il Corso di Live Performing è ora pronta al “grande salto” ed è quindi passata al nostro Management che in soli 3 mesi ha fatto esibire la band in molti locali tra cui la LOCANDA ATLANTIDE, meta ambita nel circuito romano. Così come è utile lo stretto contatto che la RRS ha con le case discografiche, che spesso si sono rivolte a noi per la preparazione di artisti sotto contratto discografico o per ascoltare in sede le proposte originali dei nostri ragazzi. Ma al di sopra di tutto consideriamo la vera “area promozionale” di se stessi la scuola stessa, che è tutta pensata, anche strutturalmente, per favorire l’incontro dei musicisti e lo scambio artistico tra di loro. Il nostro orgoglio e la nostra soddisfazione risiede nel fatto che nelle nostre aule o nel nostro Recording Point si sono già formate molte band di musica originale fatte di ragazzi che sono venuti alla RRS con il semplice desideri di imparare a suonare ed hanno trovato invece un luogo dove intraprendere davvero la strada del musicista professionista insieme ad altri come loro, al di sopra di ogni differenza d’età o nazionalità, sperimentando quindi sin da subito la grande forza coesiva della musica.

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