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Roberta D’Ovidio, Trame d’autrici, Il Filo

LIBRI- Trame d’autrici è la prima esperienza letteraria di Roberta D’Ovidio. Il titolo presuppone una ricerca nelle pagine della letteratura femminile e una discussione del modo di scrivere tipico delle donne, perché esiste una tipicità e uno stile proprio che appartiene ad un humus femmineo. Invece ci siamo imbattuti nella lettura di un saggio sull’identificazione di un genere femminile nella letteratura.

Saggio interessante, nel suo percorso elabora e spiega come le teorie femministe abbiano costituito un notevole progresso nel cammino letterario delle donne. Partendo dalle figure di Virginia Woolf e di Simone de Beauvoir, punti fermi e differenti dell’analisi sull’identità femminile nella scrittura e nella società, Roberta D’Ovidio si approccia alla discussione complessa e attuale rispetto al “discorso sulle donne e discorso delle donne”.
Partendo da un’analisi della figura femminile nella letteratura, dalle sue origini canoniche in poi, l’autrice presenta gli studi sui topoi di donne che non hanno un corpo o un pensiero loro, ma che sono rappresentazione di una cultura maschile che li legge in un determinato modo per esigenze sociali.
La letteratura ha creato un personaggio letterario: “la donna” e lo ha imposto con i canoni e i dettami tipicamente maschili. Canoni in cui successivamente la donna doveva rispecchiarsi come lettrice e anche come autrice.
La figura femminile di uno scritto, con un autore maschile, crea un doppio storico, un’immagine speculare da cui la donna non riesce a distaccarsi ma che non sente come propria. L’autrice cerca di individuare lo sforzo e le direzioni prese per sfuggire ad una creazione della narrazione maschile. Questa è per forza di cose parziale e incompleta, il che può risultare plausibile, ciò che va analizzato con maggiore accuratezza, secondo la critica femminista, è la presunzione della verità di queste descrizioni.
Un aspetto che abbiamo trovato particolarmente interessante è che “la difficoltà per una donna a pensarsi e scrivere derivi proprio da questo suo essere una proiezione astratta che la rende impossibile simbolizzare, a sua volta, la propria realtà”. Lo sforzo della letterata donna è quello di spogliarsi dai canoni che subisce e trovare una chiave di lettura che le sia propria. Il suo, dunque, è uno sforzo doppio.

Vengono analizzati gli studi più attuali e contemporanei, ma i nomi che tornano maggiormente, sono quelli dalla Woolf e della Beauvoir: nella prima si può riscontrare in toto lo sforzo nel non dimenticare la propria femminilità e la volontà di trovare una nuova chiave di lettura e di espressione nel contesto letterario. In lei l’incipit di un percorso coraggioso che parte dalla ricerca di una Stanza tutta per sé per arrivare ai discorsi più complessi e attuali sul gender (genere). Già Simone de Beauvoir precorreva il concetto di gender, individuando l’identità maschile e quella femminile come costruzioni culturali.
L’autrice del nostro saggio analizza le varie posizioni della concezione rispetto al genere e come questo sottolinea sempre che il fattore culturale e non più quello puramente fisico superi la dicotomia sessuale.
Questo paradigma per spiegare come la sessualità biologica abbia costituito un peso notevole nel posizionamento storico e letterario. Sotto la nostra attenzione gli approfondimenti dei Women’s Studies, quelli sul potere e la sessualità di Foucault e sull’identità sessuale e il linguaggio di Lacan: la donna come scrittrice, e ancor prima come lettrice per poi aprirsi al nuovo traguardo della critica. In ogni percorso, in ogni ruolo, questo saggio individua la diversità del cammino e dello sforzo per non appiattirsi ad una forma esterna a sé.
In toto un testo ricco di spunti di approfondimento e di incontri suggestivi, quindi.

Roberta D’Ovidio, Trame d’autrici, il Filo, pp. 135, € 14.00

di Rossana Calbi

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