Oscura Signora a chi?
[STREAP- TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]
Essendo Novembre il mese dei morti, perché non dedicare qualche riga ad un tabù della nostra cultura? Potrebbe essere un modo per scoprire che il fumetto, lungi dall’assecondare l’immaginario collettivo che la vuole rappresentata in veste lacera e falce in pugno, non ha mai considerato la morte un argomento da evitare, anzi ci ha regalato alcune imperdibili variazioni sul tema. Svolgete i gesti scaramantici d’uopo e continuate pure la lettura, dunque…
Uno dei modi più buffi di affrontare la questione è quello escogitato da Andy Riley nella raccolta Il libro dei coniglietti suicidi, edito da Mondadori e prolifico di ulteriori seguiti. In questo esile libello potrete semplicemente vedere…piccoli e soffici coniglietti che decidono di farla finita! Ammettiamolo: in tempi in cui è diventato impossibile ironizzare su una qualsiasi categoria protetta, la satira di questo geniale disegnatore irlandese si abbatte come una mannaia sul più tenero ed innocente dei bersagli. Abbassino i loro cartelli di protesta gli animalisti: questi bianchi conigli monoespressivi fanno tutto da soli, e lo fanno per bene, alla faccia dei perbenisti! La truce originalità che pervade le vignette di Riley vi farà ridere della morte fino alle lacrime.
Più tradizionale ma anche ricca di agganci all’attualità è la presenza di Lady Morte nella serie John Doe dell’Eura Comics.
John Doe è l’appellativo che nel mondo anglosassone viene assegnato ai cadaveri non identificati. Ma il nostro non è affatto un Signor Nessuno, anzi: dirige la Trapassati Inc., la società contabile attraverso cui la Morte e i 4 cavalieri dell’Apocalisse amministrano le dipartite umane. Il compito di Doe all’inizio della storia è garantire che ognuno incorra nel decesso a cui è destinato, senza intoppi, perché le Alte Sfere vigilano che tutto nel creato proceda a rigor d’entropia. Finché un giorno…
La trama di questa serie a fumetti è difficilmente riassumibile, innanzitutto perché concepita in stagioni come un telefilm, e tra l’una e l’altra lo status quo dei personaggi muta progressivamente. Vi basti sapere che i due autori, partendo da un terreno fertile di citazioni cinematografiche, letterarie e metafumettistiche alla Tarantino, hanno plasmato un universo a fumetti appassionante e mai scontato, che non lesina sorprese ai suoi appassionati. Consigliato agli amanti dei classici Bonelli ma anche dei comics americani, essendo un gustoso mix tra le due scuole.
“Dopotutto mi è andata bene. Voglio dire, quanto ho vissuto? 15000 anni forse… E’ più di quanto vivono gli altri in genere, giusto!?”
“Hai vissuto una vita intera, come tutti. Né più né meno. Una vita.”
Basta leggere dialoghi come questi per innamorarsi del personaggio di Death, ideato da Neil Gaiman, autore inglese pluricelebrato per il suo Sandman. Eh si, perché la Morte può essere estremamente affascinante, tenera ed umana come nel volume L’alto costo della vita: un’allegra ragazza, non più adolescente ma non ancora donna, vestita da punk, diafana in volto ma mai smunta. Serenamente compiaciuta dalla consapevolezza di esserci da prima che ognuno di noi nascesse e dalla certezza che sarà ancora lei “che alla fine dell’universo, spegnerà la luce e chiuderà la porta”, Death passeggia tra gli uomini, gli dei e tutti quelli che stanno nel mezzo, cercando di insegnare loro cosa significhi vivere. Leggendo questa storia assaporatene la poesia e la musicalità, e capirete perché artisti come Tori Amos e Stephen King hanno trovato ispirazione in questo piccolo gioiello.
Menzione finale per uno dei più versatili artisti italiani e per una delle sue opere più tribolate: Davide Toffolo, membro della band I tre allegri ragazzi morti e autore del quasi omonimo I 5 allegri ragazzi morti. Dopo anni di attesa dalla prima singhiozzante pubblicazione nella collana “Fandango”, ora le avventure dei 5 zombie adolescenti vengono raccolte in tre pregevoli volumi editi da Coconino Press. La morte nel fumetto di Toffolo è parte di quell’equazione della vita che comprende la giovinezza, l’amore e l’amicizia. Gianny Boy, Vasco e gli altri sono bloccati per sempre nella condizione di adolescenti, non potendo né morire definitivamente né sperare di tornare in vita. Godono di quella libertà dalle regole e dalle convenzioni che tutti i giovani a quest’età inseguono, ma non possono godere davvero dell’amore e di tutto ciò che ci fa sentire vivi. Una delle più riuscite metafore a fumetti sull’adolescenza come periodo della crescita, dove crescere significa consapevolezza che morte e vita sono inestricabilmente legate.
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