La rivoluzione studentesca dei sensi
[LE PROUDERIE]
Gli scioperi e le occupazioni degli istituti scolastici sono volti esclusivamente a favorire la reciproca conoscenza tra studenti di classi e sezioni diverse, che avrebbero altrimenti ben poche possibilità di gettare le basi della fornicazione.
Sotto l’ombrello della comune battaglia per i diritti degli studenti, infatti, solitamente si allungano le mani verso i glutei altrui. Le barricate realizzate con i banchi di scuola esaltano il machismo puberale dei rappresentanti d’istituto, fanno sentire utili anche le matricole, attizzano le immacolate vergini con lo zaino in spalla.
Capita spesso anche che i professori, complice il clima da tregenda, diventino anche più simpatici. Si sentano giovani. Speriamo non troppo, pena il rischio di vederli infilarsi sotto l’ombrellone della comune battaglia per i diritti degli studenti, con tutto quanto ne potrebbe conseguire. E in tempi di filmati ripresi con il telefonino non pare davvero il caso. Quanto desidererei conoscere l’opinione della porno insegnante di Pordenone sul punto!
Ma allora, le manifestazioni studentesche hanno un senso? Si, ce l’hanno eccome. Rappresentano un momento formativo ineludibile, il primo contatto con la disobbedienza nei confronti delle Istituzioni. E’ in questi momenti che i ragazzi si sentono rivoluzionari, decidono di intraprendere lo studio da autodidatti della chitarra e maturano un desiderio irrefrenabile nei confronti della donna.
Dopo pochi giorni tutto torna sempre alla normale routine, ma qualcosa nel frattempo è cambiato…
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