La Creatività ha un Festival tutto suo: a Firenze
Dal 23 al 26 ottobre 2008, quattro giorni di creatività a Firenze alla Fortezza da Basso: ma si può chiudere la creatività in un luogo progettato per le operazioni di difesa militare? In effetti è necessario difenderla con i denti e con le unghie, ma vanno cercati nuovi alleati e abbandonati i vecchi pesi inutili, bisogna prepararsi alla battaglia, fare la guerra con i mezzi con cui i creativi concepiscono le idee.
La Regione Toscana ha trovato appoggi nella Fondazione Toscana e in un partner nuovo come il Banco do Brasil per dare spazio ad una creatività multiforme di Visioni, Viaggi e Scoperte.
Tre giorni di occupazione di uno spazio che ha ospitato una media di sessantamila persone al giorno: concerti, degustazioni, esposizioni d’arte gratuite per il pubblico, non solo giovane, in cerca di una propria creatività e di un proprio gusto personale. Impossibile elencare le molteplici attività che partivano ogni giorno dalle 10.00 per chiudersi alle 3.00 della mattina successiva lasciando ai poveri avventori del festival solo poche ore di sonno. Si poteva lasciare il festival e cedere alla pigrizia, ma la curiosità era troppa e perdere anche solo qualcosa risultava inverosimile.
Ci hanno divertito gli interventi sovversivi e in questo ci ritroviamo nelle parole di Oliviero Toscani che, durante l’incontro Visions presso uno dei più dei venti spazi espositivi del Festival, presentando la sua mostra, presso Villa Bellaggio, al di fuori della fortezza, ha dichiarato: “Mi chiedo come possa trovarmi qui al Festival della Creatività. La creatività è sofferenza, questi uomini qui in grigio fanno creatività? Nel programma ci sono anche io e sono imbarazzato di essere qui perchè è tutto visto e stravisto. Non sappiamo più essere creativi ci reiteriamo, perchè il creativo sa di non poter vivere di sicurezza, e questo spaventa.”
Forse è vero che è difficile essere creativi, rinchiudere la creatività e ospitarla vicino agli stand dell’Ikea disturba un pò. Però è anche necessario sottolineare che non troviamo poi così difficile essere precari e cadere nell’insicurezza è fin troppo facile.
Come hanno sottolineato le continue incursioni degli studenti universitari che hanno trovato dei modi divertenti per dichiararsi contro la proposta del ministro della pubblica istruzione Maria Stella Gelmini. Vere e proprie performance in cui i ragazzi si stendevano a terra in contemporanea, o chiedevano un contributo economico con le mani tese per la pubblicazione della tesi visti i costi insostenibili per le famiglie che devono mantenere gli studi dei figli.
Piero Giordano, che ha visitato il festival per promuovere il suo romanzo, La solitudine dei numeri primi, testo pluripremiato dello scrittore con la professione “seria” di ricercatore scientifico, dichiara che il lutto degli studenti è per lui condivisibile in prima persona.
Se tocchi malinconici e polemici ci sono stati, basta ricordarsi però che l’apertura del festival ha visto l’allegria di Jovanotti, che ha incontrato gli studenti delle scuole superiori, ha dimostrato che dopo anni di carriera continua ad avere lo spirito fresco e ad evolversi progettando nuove idee rivolte soprattutto alla creatività dei ragazzi: Migrazioni Creative è il progetto presentato dall’Associazione Orlando con le parole dell’indomito Cherubini. Come il famoso eroe del poema di Ariosto, Lorenzo ci fa capire che oggi la creatività cerca soprattutto l’ispirazione e che una volta che questa si riesce a trovare la si deve proteggere e magari rinchiuderla in una fortezza, come accadrà per Migrazioni Creative, che vedrà luce nella Fortezza di Girifalco a Cortona e come è accaduto per il terzo anno a Firenze.
Il Festival quest’anno ha protetto idee nuove e innovazioni che già hanno dichiaratamente la loro importanza, Il Labirinto di Pistoletto è stato rinchiuso nella Sala delle Colonne e dopo la perdita della cognizione dello spazio si può trovare al centro di questa installazione uno specchio, in cui l’immagine riflessa è la verità che cerchiamo, unica fonte della nostra creatività e unico punto da cui è possibile farla partire per l’altrove.
L’edizione 2008 del Festival della Creatività ci è piaciuta per molti spunti, di certo abbiamo visto troppi stand aziendali e difficilmente ne abbiamo colto il senso, ma forse ancora non capiamo il concetto di economia creativa!
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