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Wanted-Scegli il tuo Destino, regia di Timur Bekmambetov

CINEMA-  Se un giorno come tanti, comprando le vostre pillole per l’ansia, scopriste di essere destinati ad altro?
Accade in Wanted-Scegli il tuo Destino, basato sull’omonima graphic novel di Mark Millar e diretto dal kazako Timur Bekmambetov, già conosciuto per i primi due capitoli della Trilogia de “I guardiani..” (“della Notte e del Giorno”). 

 

  Dopo la tragica morte di Mr X, un giustiziere soprannominato “Il Killer”, una donna di nome Fox (Angelina Jolie) irrompe nella monotona vita di Wesley Gibson (James McAvoy), un contabile affetto da una morbosa e costante ansia.
Sarà proprio Fox a rivelare a Wesley di essere il figlio dell’ormai deceduto Mr X e di avere, dentro di sè, il potere per fare parte della grande “Confraternita dei giustizieri del fato”, capitanati dal supercriminale Sloan (Morgan Freeman).
Wesley così inizierà il suo duro e bizzarro addestramento, pronto a vendicare la morte del padre e a salvare le sorti dell’intera confraternita.

Timur Bekmambetov segna il principio di una carriera tutta hollywoodiana, calandosi perfettamente nell’adrenalinico stile dei film action, lasciando i suoi spettatori con una sorta di malefico divertimento.
Ad una prima occhiata, Wanted, sembrerebbe il classico blockbuster dai contorni fantascientifici che tenta di fare successo tramite la superba bellezza di una immortale Angelina Jolie e di un veterano, quasi sempre affidabile, Morgan Freeman.
Strano a dirsi, ma la pellicola del kazako è molto di più di quello che appare e ciò che ci ritroviamo davanti è, invece, un’opera accattivante e ricca di contenuto.
C’è da dire che il film si distanzia fin troppo dalla graphic novel di Millar, sfiorando scarsamente i principali temi del fumetto e perdendo di vista le vere caratteristiche estetiche dei protagonisti (Wesley avrebbe dovuto avere le fattezze del rapper Eminem e Fox della mulatta Halle Berry).
Forse è per questo che Wanted, versione cinematografica, attira decisamente di più: diventa un progetto a sè stante e riesce a creare un’altra visione della storia di Millar.
Il percorso narrativo si presenta come una pericolosa discesa, gradualmente sempre più veloce, facendoci impazzire dalla seconda parte fino alla fine.

I temi non sono pochi: i messaggi criptati dal destino, su un imprevedibile telaio, ci danno un’altra opzione su come prevenire il male, nei killer pronti a fare il loro dovere tramite le loro pallottole rotanti e l’incrollabile fede per un’entità superiore che fa sempre breccia in una storia dall’impronta vincente.
La sceneggiatura non brilla per particolarità, ma le battute taglienti e forti di un McAvoy inedito paiono funzionare e assemblarsi perfettamente allo stile fumettistico della pellicola, senza contare l’imprevedibile colpo di scena che supera egregiamente il suo scopo.
I tanti inseguimenti automobilistici e le rocambolesche scene d’azione diventano la cornice di una sequenza di immagini ad opera d’arte, tra rallentamenti, voci distorte ed affascinanti primi piani.
Ogni singola componente del film di Bekmambetov va vista come un’assoluta deviazione dalla realtà di tutti i giorni ed è facile, così, ritrovare un misero legame con il “Matrix” del ’98, immedesimandoci nel comune e sfortunato essere umano che improvvisamente cambia la sua intera esistenza.
Wesley “McAvoy” sembra esserci riuscito e voi, invece, siete pronti a cambiare il vostro destino?

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