Un omaggio a Paz
“Occhio azzurro talvolta velato di sopore, naso adunco, mento esageratamente affilato, capelli biondo paglia raccolti dal codino e sigaretta bogartiana alle labbra.” Nell’introduzione di Bruno Pischedda si capisce che qui si parla di un personaggio davvero singolare che viene fuori da una mente geniale quale quella di Andrea Pazienza, in arte Paz.
Il personaggio in questione viene considerato come il più importante venuto fuori dal fumettista marchigiano e che porta il nome di Zanardi.
Il rapporto tra Zanardi e il suo creatore è davvero molto speciale, un rapporto plasmato tra esuberanza post adolescenziale e un narcisismo che pongono Zanardi ad un livello più alto tra tutti i personaggi dei fumetti italiani.
Ma non c’è solo Zanardi a caratterizzare la fantasia e la creatività di Pazienza e si uniscono allo studente bolognese anche Pompeo e Pentothal che tracciano le linee di una vita spesso in balia di quelle sostanze chimiche che comunemente vengono chiamate droghe, ma che nei suoi fumetti rappresentano spesso una insolita chiave di lettura.
Lo scopo di Pazienza è quello di mettere in mostra una realtà altamente anormale, ma che ben si presta alla rappresentazione del disordine studentesco degli anni ’70, in una Bologna pervasa da maschietti poco devoti alle regole del bon ton.
Se questa presentazione non vi sembra abbastanza convincente la sottoscritta vi invita a partecipare alla mostra che la Galleria Architettura Arte Moderna di Roma sta dedicando al fumettista attraverso l’esposizione di una raccolta di opere e disegni riguardanti una storia dal titolo “Ulcera”. Un’occasione davvero imperdibile per gli amanti del fumetto che a venti anni di distanza dalla sua morte hanno la possibilità di rivivere quelle immagini, quei personaggi strani e edulcoratamene psichedelici che hanno segnato e a tratti stravolto il modo di scrivere e pensare dentro le nuvole parlanti.
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