ORFEO 9: Opera Rock densa di emozioni
Infiamma il cuore e l’anima Orfeo 9, prima opera rock italiana, simbolo di una generazione, visionaria e appassionata, come gli anni in cui fu scritta da Tito Schipa jr, riproposta, a distanza di quasi 40 anni, dalla compagnia teatrale Le Strane Felci, sul palco del noto locale romano Stazione Birra lo scorso 26 giugno.
Seduta al mio tavolino, ho da subito percepito un’atmosfera di attesa ed emozione, per il debutto di un gruppo di giovani talenti delle arti. Sotto le luci soffuse del locale, un viavai di artisti e pubblico spezzava l’attesa per l’inizio dello spettacolo, mitigata anche dalla lettura della trama, mascherata, in modo originale, da quotidiano locale.
Orfeo 9 , inizialmente rappresentata al Teatro Sistina di Roma, venne riproposta, in versione televisiva, per la Rai e interpretata da un cast di giovani talenti dell’epoca, tra cui Renato Zero, Loredana Bertè e Tullio De Piscopo, oggi vere e proprie icone della musica italiana. Censurata dalla Tv di Stato, offuscata dalle radio dell’epoca, per gli argomenti trattati e la libertà di espressione, Orfeo9 ha continuato a vivere nel tempo, divenendo un vero e proprio cult. Le Strane Felci ha riproposto un testo teatrale carico di energia e simbolismi, visionario e trasgressivo, emblema di un periodo in cui creatività e denuncia sociale andavano di pari passo.
L’opera, stimata come una delle prime e più importanti a livello internazionale, riprende, in chiave rock, il mito di Orfeo ed Euridice. Il giovane Orfeo (interpretato dall’ottimo Fabio Privitera) non vive nel mondo dell’antica Grecia, ma in una comunità hippies sessantottina, ai margini di un’anonima metropoli e circondato da tentazioni di ogni genere. Innamoratosi della bella Euridice (Elena Gregori), e spronato verso l’amore dall’amico vivandiere (il promettente Claudio Cassio), nel momento in cui decide di sposarla, incontra il “Venditore di felicità”, uno strano personaggio (nella versione originale Renato Zero, qui il bravo Fabio Sanna), che lo condurrà verso un oblio da cui non riuscirà a risalire. In un crescendo emozionale, i narratori (Alessandra Verdura, Raffaele Vermiglio e Veronica Bertacchini), cantano l’avventura del giovane Orfeo, protagonista simbolo di una generazione, personaggio a metà tra la ragione e la stoltezza, l’amore e la ricerca di un’altra felicità, liquido verdastro di una sinistra ampolla. Nel viaggio dalla comune sulla collina, paradiso sessantottino, alla fredda e cinica città, attraverso un testo pregno di significato e accompagnato da un tema rock (live) che segue il percorso della storia, Orfeo incontra una serie di personaggi, dagli autostoppisti (Maurizio Fortini e Selene Di Domenicantonio), fino a una ipnotica chiromante (Ilaria Cafarelli). La storia si snoda nella ricerca di un amore perduto per sempre, annullato dal desiderio di una felicità effimera, attraverso una narrazione fatta di canzoni profonde e toccanti, interpretate con passione e professionalità dal cast di giovani attori.
Ideato da Fabio Sanna e diretto da Tanija Ticconi e Selene Di Domenicantonio, il tributo ufficiale di Orfeo 9 è la performance emozionante di un’opera rock, per anni rimasta nell’ombra, e ora tornata a splendere. Sul palco, a chiudere la serata, con un leggero filo di commozione, Tito Schipa jr. Forte di una notevole presenza di pubblico e della bravura degli interpreti, questo spettacolo potrà (anzi dovrà, per le nuove generazioni) trasformarsi in qualcosa di diverso e cioè in una grande performance live. Una nota di merito va alla band (Armando Serafini, Max Ranucci, Marco Orfei, Manuel Francisci, Gianluigi Farina, Omar Campitelli), arrangiamenti e musiche curate in ogni dettaglio hanno fatto del tributo davvero una grande Opera Rock. Un consiglio a tutti…prima degli Who con Tommy, di Rocky Horror Picture Show e molto prima della performance della Pfm , Dracula Opera Rock, era arrivato Orfeo 9: scopritelo, ammiratelo, amatelo.
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