Le isterie della moda al Circolo degli Artisti
Uno spazio ameno che si riempie di banchetti colorati con personaggi tra i più disparati e con oggetti fuori dal comune. Il percorso lungo il giardino è interrotto da strane figure che danno vita ai banchetti. Gli abiti e gli accessori ci camminano a fianco indossati da modelle con capelli cotonati e in pose ironiche.
L’idea che solletica di più è la possibilità di poter trovare delle “fatine” che realizzino i nostri desideri. Descriviamo ciò che vogliamo, loro prendono appunti e a breve avremo la nostra borsa grazie a CeccaBorse, riccioluta stilista che fa del colore la sua ragione di vita. Le borse sono per Cecca il racconto di quello che portano con sé. Cecca dice che una borsa deve essere innanzitutto resistente e colorata. Mentre MollyTies è riuscita a rendere la cravatta accessorio cult anche per la donna, anzi ha scoperto che può risultare più intrigante annodarsi una cravatta piuttosto che slacciarla al collo di un uomo.
Le modelle di Mai e Poi Mai ci hanno stordito con i colori dell’Asia. L’ideatrice di questa linea sceglie i tessuti direttamente in Thailandia, i materiali sono unici e introvabili, ma soprattutto morbidissimi al tatto. Ha promesso che la prossima collezione ci manterrà colorate fino a Natale. Impossibile resistere alle fantasie ipnotiche che imperversano sui suoi mini abiti.
Questa volta è necessario riconoscere che il quartetto di F*UTILE ha decisamente esagerato con una performance dal vivo d’impatto: non c’erano modelle, non c’erano manichini, ma pennelli. Non c’erano ago e filo ma schizzi di colore. Sulle magliettine è rivissuto Pollock e la domanda era: “quale colore preferisci? Vuoi fare tu il dripping per la tua maglietta?” La t-shirt torna a rappresentare un messaggio; da sempre legata alla provocazione, cosa c’è di più accattivante della sua adattabilità? È provocatorio il fatto che la si possa indossare su tutto senza remore alcuna, è intrigante che si possa portare su di sé un messaggio chiaro. Una tela bianca su cui poter dare vita a “qualcosa”. È icona del POP, cultura dal basso che si stratifica fino a diventare oggetto illustre. Le troviamo firmate da artisti come Jeff Koons o Kenny Scharf e conservate nei musei di arte contemporanea di Los Angeles, Chicago, Minneapolis e San Francisco. La nostra magliettina un pezzo da museo? Certo è che le ragazze di F*UTILE non creano solo dei capi di abbigliamento. propongono un’idea di creatività legata alla femminilità.
All’interno del locale, la sfilata delle Hysterics, è il vero evento della serata. Modelle che corrono nel back stage, parrucchieri indaffarati e gridolini che spezzano la musica e poi voltando lo sguardo una vera e propria sala di un hair stylist: tutto è colorato, specchi, lacche e gel enormi, ma è tutto finto! La sala anni ’50 che omaggia Marylin è solo un’istallazione, ma la parrucchiera è reale. Da un lato la preparazione della serata seria e dall’altra il gioco per noi. Un vero dono di Little Mushroom che con le sue bambole VOODOO crea delle pin ironiche. I suoi pupazzi grandi e piccoli, da portare addosso sono imperfetti, come lo erano le nostre bambole rotte, prive di un occhio e ricucite dalle mani delle nostre madri. Daniela, la creatrice di questi simpatici fantocci, sa giocare per noi, ci regala una casa di bambole dove fare noi le bambole e poi cuce dei piccoli funghi magici.
La sfilata poi ci catapulta nel glamour. La scenografia è un omaggio a Audrey Hepburn in A colazione da Tiffany, la Bibbia per ogni donna di stile. Holly, la protagonista, è curiosa ed estroversa. Riesce a fare di ogni movimento un’arma di seduzione e di ogni vanità consapevolezza e attenta considerazione. Gli abiti della nuova linea hanno questo imprinting. Ecco perché era necessario citare la musa ispiratrice e ringraziarla con un applauso che è nato spontaneo tra il pubblico al solo sentire Moon River. Come un nume tutelare, icona dello stile a distanza di cinquant’anni, Audrey sorrideva dietro gli occhialoni invadenti alle ragazze che sognano ancora di possedere una parte del suo stile. Lo chiffon e i colori minimalisti della collezione sono strumenti fondamentali per il “progetto fascino”. Vita alta per slanciare la figura minuta e capelli a baschetto, busti nascosti e gambe scoperte, abiti classici e hot pants da sera: Audrey avrebbe annuito.
Il Circolo degli Artisti presta la sua location ad un’espressività che non trova spazio nelle boutique, è fondamentale avere luoghi in cui la creatività si possa esprimere a 360° anche indossandola. Vivere l’arte e usarla come messaggio di seduzione e di protesta, utilizzando lo stile anni ’50 -’70 con richiami a quei periodi di crisi economica, maccartismo e guerra in Vietnam. Manca solo il ’68, ma per questo aspettiamo ancora un attimo!
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