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Un milione al concerto, ma c’eravamo anche noi!

Pare che le cifre quest’anno parlino chiaro: un milione di ragazzi in Piazza San Giovanni a Roma per il mega- concerto del 1 Maggio, organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Un inno al rock italiano e un richiamo da parte della Festa dei Lavoratori che si festeggia in tutto il mondo civile.
Subsonica, Afterhours, Tiromancino, Baustelle, Marlene Kuntz, Piero Pelù, Irene Grandi, Max Gazzè, Caparezza, Tricarico, Ascanio Celestini, Marco Conidi, i vincitori del concorso Primo Maggio Tutto l’Anno, tra cui ricordiamo il mitico Chiazzetta, il tutto condito dalla buona conduzione di un prestito proveniente dal mondo del cinema, Claudio Santamaria, e da interventi, anche toccanti, come quelli di Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini e Sabrina Impacciatore che hanno posto l’accento sulle drammatiche vicende delle morti bianche, leggendo anche delle lettere spedite alle famiglie dagli emigranti italiani (tanto per ricordare che prima, e neanche tanto tempo fa, gli emigranti eravamo noi).
Ma c’eravamo anche noi del MArteMagazine tra il popolo del rock italiano: eravamo dietro il palco ad ascoltare le voci di là dietro, eravamo dietro il palco a vedere, pensare, ridere, intervistare, chiedere impressioni, ma eravamo lì anche per brindare e onorare il 1 maggio come si deve e cioè con fave e pecorino.
C’eravamo perché eravamo fisicamente presenti, ma anche perché eravamo moralmente e civicamente vicini a tutti coloro che, per lavoro, rischiano la loro vita, a volte senza esserne consapevoli.
Eravamo presenti per poterlo raccontare a voi che ci seguite, ma anche per poterlo raccontare a noi stessi, ricordando chi, ormai, questo concerto può solo vederlo dall’alto dei cieli; ricordando che non si tratta solo di finire bruciati in un altiforno, oppure di cadere da un’impalcatura senza casco di protezione, oppure anche solo di un attimo di disattenzione, ma anche che raccontare la verità può significare venire uccisi dalle mani di chi vuole che la verità non venga mai a galla (in questo ci riferiamo al caso eclatante di Ilaria Alpi, nostra defunta collega). C’eravamo per ricordare a tutti che, schieramenti politici a parte, quello che bisognerebbe garantire in una nazione civile è proprio la sicurezza del lavoro, e anche nei termini economici e sociali di un welfare che presti occhio e orecchio al popolo dei lavoratori dipendenti.
Insomma, indignazione e moralismi facili a parte, a questo concerto noi c’eravamo perché non potevamo proprio non esserci.
Infine ragazzi, una chicca per voi: abbiamo deciso di darvi un piccolo assaggio delle interviste fatte dal MArteChannel, proprio in questa sede e abbiamo “rubato” una piccola intervista ad un gruppo che ci pare davvero interessante: gli Jang Senato. Sentiamo cosa ci ha detto il cantante e chitarrista del gruppo: Davide Gulmanelli.
Davide, come mai questo nome: Jang Senato?
E’ una storia lunga! In primo luogo perché vanno di moda gli orientalisti e secondo perché io, chitarrista, sono Jang: un pò superficiale, banale, anche un pò scontato e lui è Senato perché studia filosofia ed è molto cerebrale. Quindi abbiamo fatto un nome e cognome, no?
Le vostre impressioni sul 1 maggio e sulla serata del MArteLive alla quale avete partecipato lo scorso martedì?
Bè, suonare al concerto del 1 maggio è sicuramente una grande emozione, Roma è veramente una bella città ed il pubblico è fantastico. Per quanto riguarda il MArtelive abbiamo un unico cruccio: l’esperienza è stata molto interessante, ma il concerto si è ritardato tantissimo: si era ridotta un po’ la gente, tutto qui. Ma ci siamo divertiti lo stesso. Avevamo già suonato precedentemente all’Alpheus, sempre con MArteLive con un nostro progetto precedente, quindi conoscevamo già l’ambiente.
La vostra musica è stata contaminata dalla vostra provenienza, dalla vostra terra d’origine, oppure no?
Tantissimo! Noi veniamo da progetti precedenti che erano fatti di una musica fortemente etnica, fortemente sentita, molto bucolica e questa cosa ce la portiamo dietro, anche se abbiamo cercato di raffinare un po’ le sonorità, rendendole un po’ più pop e un po’ più universali, ma sicuramente la nostra origine fa parte di noi.
Progetti per il futuro vicino e lontano?
Futuro vicino: l’uscita di un singolo, stiamo ancora valutando quale; e suonare il più possibile in giro per l’Italia.
Futuro più lontano: suonare il più possibile in giro per l’Italia e anche fuori dall’Italia e…un Festival di Sanremo non ci dispiacerebbe!
In bocca al lupo Jang Senato: che il palco del 1 Maggio vi porti davvero fortuna! (…e anche a noi! N.d.r.)

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