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Dylan Dog: il principe dei seduttori

[STREAP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

Di Corto Maltese si ricorda lo sguardo malinconico, profondo come il mare che fa da sfondo alle sue avventure. Un fascino che seduce, ma non un seduttore nel senso stretto del termine…Anche Diabolik fa colpo con i due occhi neri come la notte, o come il manto di una pantera, che sono l’unica parte del corpo che la tutina nera lascia visibili… ma nonostante ammali donne d’alta società per “lavoro” il suo cuore è devoto all’unica che ha saputo domarlo, Eva Kant.


Eppure, quando pensiamo ai grandi seduttori che vivono nelle pagine disegnate dei fumetti, un nome balza prepotentemente alla mente: l’inglese che ha saputo portarsi a letto più donne del connazionale James Bond, che non beve, non fuma, suona il clarinetto ma nonostante tutto conserva un’aura da bello e dannato…Dylan Dog.
Proprio lui, l’indagatore dell’incubo. Uno dei primi eroi a fumetti a trovare con continuità il tempo per dedicarsi all’arte amatoria, nonostante una vita tutt’altro che tranquilla.
Ciò che rende Dylan il principe dei seduttori è il fatto che non deve assolutamente sforzarsi per conquistare una donna! In questo senso, avere al proprio fianco un assistente strampalato ed inopportuno aiuta molto ad apparire arguto e tenebroso anche senza aprire bocca!
Dylan riesce inoltre a far capitolare ai suoi piedi, e nel suo letto, ogni genere di esemplare femminile, dalla sofisticata manager in carriera alla studentessa timida e lentigginosa anche se, a voler ragionare manicheisticamente, le figure rosa che hanno animato la serie dell’ex bobby londinese si riducono essenzialmente in due grandi categorie: le vittime dei mostri, e i mostri!

Se nei romanzi gialli d’appendice vige la regola non scritta di diffidare del cameriere, nelle avventure di DD il topos è quello di non dare le spalle all’ennesima fiamma del protagonista. In un caso su due è lei il serial killer. Nell’altro sarà puntualmente l’ultima a venire ammazzata. Purtroppo è il triste destino che la ciclicità narrativa tipica delle serie italiane riserva alle donne di Dylan: trafitte prima da lui, al cuore, poi da una lama diretta al petto, una pallottola alla testa, o tutte le multiformi morti che Sclavi ed epigoni hanno saputo inventarsi per loro!
Questo meccanismo che decreta crudelmente che Dog e la sua bella di turno debbano condividere il talamo una sola volta, al massimo un paio negli speciali più corposi, è funzionale ad un’altra delle caratteristiche che rendono l’eroe di Sclavi il seduttore per eccellenza: per Dylan non si tratta mai di semplici e squallide avventurette. Nelle sue conquiste galanti c’è sempre un sentimento sincero, che può oscillare da una passionale infatuazione all’amore vero. Se potesse, lui tenterebbe davvero di instaurare un rapporto più profondo con ognuna di loro, condividendo le piccole gioie quotidiane della vita di coppia.
Ma forse questo sarebbe troppo, svelerebbe la routine come altra faccia dell’amore romantico. Un incubo eccessivamente disturbante, per Dylan e per noi lettori.
Infine, non si può dimenticare la più grande dimostrazione che il signorino in giacca e camicia rossa ha dato delle sue doti seduttive: Dylan Dog ha portato il fumetto al pubblico femminile, o viceversa, e riuscendoci ha salvato il medium dalla sua ora più nera.
Eravamo nel pieno degli anni ’80, l’inflazione e il conseguente aumento della carta, uniti ad altri fenomeni culturali come l’invasione di cartoni animati giapponesi avevano contribuito alla profonda crisi del settore a fumetti nostrano. Molte case editrici medio piccole abbandonarono il campo, ma anche le più grandi videro naufragare progetti e crollare le vendite. La magica alchimia alla base della formula di Dylan Dog diede una scossa all’intero panorama italiano, proponendo un protagonista che si discostava dagli altri eroi “neri” che avevano fatto la fortuna degli editori a partire dagli anni Sessanta, e rivalutando un genere, quello horror, fino ad allora rilegato in produzioni di serie B. I motivi alla base del suo successo sono diversi, ma va sottolineato che sin da subito il sosia di Rupert Everett ha saputo affascinare migliaia e migliaia di ragazze,
che fino ad allora non avevano provato alcun interesse per la letteratura disegnata, allargando così le maglie di un mercato sostanzialmente molto ristretto.
E’ o non è questa un’impresa che poteva riuscire solo al principe dei seduttori?

Eva Kent, Fumetti, martelive, martemagazine, Rubrica STRIP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO a cura di Diego CiorraDylan Dog, Rubriche, Sergio bonelli, Stano

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