Arte e città: un gioco di seduzione
[ARTI VISIVE]
“Chi l’abbia guardata una volta nei profondi occhi trepidi e misteriosi, resta per tutta la vita succubo dell’incantatrice”. Non sono parole che Oskar Wiener rivolge alle grazie di un essere femminile, ma ad una dimensione spaziale che nel suo caso è Praga. Universalmente la città è luogo spesso utilizzato dagli artisti come lente con cui osservare la propria anima e quella del mondo circostante, grazie anche all’aiuto del tempo, che consente all’uomo di stabilire un rapporto con l’ambiente che lo circonda e dunque di subire il fascino di quel gioco chiamato seduzione.
Il vocabolario del nostro illustre Tullio De Mauro dice che la seduzione è “conquista amorosa operata con il fascino o con lusinghe e promesse” presupponendo che alla base di un simile gioco vi siano almeno due giocatori: uno che esercita la seduzione e l’altro che si lascia sedurre.
La seduzione è un gioco adatto a tutte le età, non si trova in scatole e non si compra: è un filo inesistente che può creare un legame profondo tra gli uomini e lo spazio in cui vivono.
La città attraverso una pozione composta da elementi architettonici, da tradizioni, rappresenta lo spazio in cui si perdono e si inebriano le idee degli artisti che la creano, che la descrivono attraverso il colore, attraverso l’inchiostro o con note musicali.
Non esiste un romanzo senza parole dedicate alla descrizione della città, di quel luogo in cui si muovono i personaggi, in cui viene fuori l’essenza del rapporto tra arte e città, un rapporto che si basa su sentimenti edulcorati dalla seduzione.
Quali colori avrebbe avuto la pittura degli impressionisti senza le rive della Senna che attraversa la città di Parigi? Quali romanzi avrebbe scritto James Joyce senza la grigia atmosfera dublinese?
Quali personaggi avrebbero glorificato l’arte di Dostoevskij senza le notti bianche pietroburghesi?
L’arte della seduzione della città risiede nelle sue caratteristiche: la città è tangibile, è reale, è in continuo mutamento, è l’espressione del potere e la trappola e il labirinto per l’arte che cerca in essa una propria collocazione e una propria dicitura. E’ come un gioco a rincorrersi poichè l’arte non può fare a meno dello spazio urbano e la città respira l’arte che le rende omaggio; possono respingersi, ma alla fine la seduzione è talmente forte che sacrificano la loro umiltà per raggiungersi e compensarsi.
L’arte rappresenta l’espressione di un sentimento individuale o collettivo; la città rappresenta il luogo in cui un individuo o una collettività si muovono. Dunque la città seduce l’arte affinchè l’animo umano possa espremersi e condividere le proprie esperienze. E quando è l’arte a sedurre la città, allora lo spazio vissuto acquista un valore che va oltre l’utilità sociale e le convenzioni. E nel gioco della seduzione, i ruoli possono invertirsi e se la città subisce il fascino dell’arte allora ha raggiunto l’apice della sua funzione: rendere la seduzione una strada a doppio senso.
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