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Qualche volta io balbetto…

locandina_Orione

locandina_OrioneROMA- Si è svolta lo scorso 17 ottobre al Teatro Don Orione la dodicesima giornata della sensibilizzazione al fenomeno della balbuzie, una serata con tanti protagonisti del mondo dello spettacolo organizzata dall’A.I.BA.COM (Associazione Italiana Balbuzie e Comunicazione), che aderisce all’annuale Awareness Day, giornata tesa alla sensibilizzazione indetta dall’ISA (International Stuttering Association) e dall’ELSA (European League of Stuttering Associations)…

Una migliore e maggiore conoscenza della balbuzie con ogni mezzo e a tutti i livelli rappresenta un futuro di speranza per chi – bambino, adolescente, adulto – soffre di questo “problema”.
La serata è stata aperta da un monologo di Filippo Timi, conosciuto per aver interpretato ultimamente diversi film di successo, che è un perfetto testimonial della causa, in quanto gli capita di balbettare ancora spesso e volentieri quando parla, nonostante sia un bravissimo attore.
Segue un balletto classico di una coppia di danzatori accompagnati dalla fisarmonica di Marco Lo Russo, musicista che ha al suo attivo fra l’altro una prestigiosa collaborazione con il Premio Oscar Nicola Piovani. La serata è presentata da Daniele Bocciolini, giovane opinionista televisivo, mentre gli autori sono Cristina Di Giambattista e Andrea Lomoro, il quale ha curato anche la Cristicchi1_Orioneregia.
Al piano il maestro Giovanni Mirabile suona “Le onde” di Ludovico Einaudi. Il primo cantautore della serata è Simone Cristicchi che prima fa un discorso sulla balbuzie e sul disagio in generale tratto dal suo spettacolo “Centro di igiene mentale”, quindi canta una versione acustica di “Ti regalerò una rosa” con cui vinse il festival di Sanremo nel 2007, e poi parla dei suoi ultimi progetti di recupero della musica popolare con il Coro dei Minatori di Santa Fiora e dello spettacolo teatrale Li romani in Russia, che porterà in scena la prossima primavera, dimostrando di aver fatto un lungo percorso che lo ha portato molto lontano da Sanremo.
Entra per un saluto anche Piero Pierotti il presidente dell’Aibacom, dopo l’inno di Mameli il comico Alessandro Di Carlo fa bolle di sapone e scatena le risate del pubblico con le sue battute al vetriolo, mentre al telefono interviene anche Paolo Bonolis che non è potuto essere presente. Dopo un balletto moderno con Kledi Kadju (l’albanese che ha trovato il successo in Italia grazie al programma della De Filippi) e la sua partner, è la volta di Melissa Ciaramella, giovane cantautrice siciliana, ma ormai romana d’adozione, che canta “Compagna paura” sul tema della balbuzie di cui è stata portavoce in prima persona (la Ciaramella ora ha superato quasi completamente il problema anche grazie alla musica) e presenta il suo nuovo singolo “Le radici” Fabi_Orionecon il relativo video.

Torna la fisarmonica di Marco Lo Russo, questa volta suonata in chiave jazz per eseguire alcuni brani dalla colonna sonora de Il favoloso mondo di Amélie di Yann Tiersen, “Estate” di Bruno Martino e “Libertango” di Piazzolla, dal ritmo sincopato, quindi entra Andrea Perroni, aspirante comico romano che imita il conduttore Sandro Piccinini con i suoi ospiti Califano, Spalletti e Tonon.
Il terzo cantautore della serata è Niccolò Fabi che presenta “Vento d’estate” (portata al successo qualche anno fa in duetto con Max Gazzé) e la nuova “Solo un uomo” che dà anche il titolo al suo ultimo disco, poi si ferma a parlare di sua figlia Olivia che ha solo un anno, ma gli ha cambiato la vita.
Ci sono anche due ballerini di tango (Simone Di Pasquale e Daniela Ayala), quindi entra l’ultimo cantautore ospite della serata, Roberto Angelini, che accompagnandosi alla chitarra canta il suo vecchio tormentone “Gatto matto” in una versione acustica e poi “Fiori rari” dal suo ultimo disco La vista concessa Angelini_Orionecon tanti auguri per il suo 34° compleanno suonati al piano dal maestro Mirabile, che poi esegue un celebre pezzo di Wim Mertens.
Torna di nuovo Kledi e questa volta balla da solo, dopo il saluto in video di Giobbe Covatta rientra anche Filippo Timi e si siede a parlare tra l’altro di “Creep” dei Radiohead, tra le sue canzoni preferite.
Senza troppa retorica vengono richiamati sul palco tutti gli artisti per i saluti finali. Una serata che è servita a sensibilizzare il pubblico dei cosiddetti “normali” su un problema molto diffuso che però è un disturbo transitorio, relazionale e variabile, da cui si può guarire, e che quindi non va assolutamente stigmatizzato ma anzi sdrammatizzato il più possibile, perché non si tratta di essere o meno “balbuzienti”, ma di persone che, qualche volta, per un certo periodo di tempo, balbettano.

Alessandro Sgritta

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