Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità
[CINEMACITTA’]
In un periodo in cui il Festival Internazionale del Cinema di Roma, mobilita la capitale per ricevere le stelle Hollywoodiane e non, all’interno del Parco di Aguzzano si svolge un altro tipo di rassegna, più incentrata sulle tematiche dell’uomo e del suo rapporto con la terra: il Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità, giunto alla sua sesta edizione, è sbarcata a Roma dal 15 fino al 18 Ottobre.
La rassegna, chiusasi domenica, ha annoverato non pochi ospiti, mostre ed ovviamente le nostre care proiezioni, che non potevano mancare all’appello.
All’interno del Centro di Cultura Ecologica, nel Parco di Aguzzano, zona Rebibbia, abbiamo potuto attraversare un percorso all’interno del Bio-Villaggio, tra spazi che andavano dalle esposizioni, come la mostra Fotografica “Dunum, Terra di Palestina”, a cura di Luca Tommasini e mostra tematica sull’arte naturalistica, a cura del gruppo “Ars et Natura”, fino ai Laboratori bio-art.
Quest’ultimi, molto interessanti, si sono suddivisi tra la realizzazione “Murales della Biodiversità” a cura dei giovani Europei partecipanti al programma “La campagna va in città” e i disegni e dipinti, attuati con la collaborazione del suddetto gruppo “Ars et Natura”.
Ma ci sono stati anche i dibattiti, a fare da fulcro all’intera manifestazione: tra ospiti internazionali ed esperti del settore, si sono toccati punti come la “Crisi alimentare tra emergenza e sviluppo sostenibile”, ricordando come sia importante tenere conto del progresso che sta avendo atto in molte zone del mondo, senza tralasciare il principio del contadino come unico padrone della terra coltivata.
Particolare è stato il mercato contadino dei prodotti biologici, pronto a conferire ai suoi ospiti, l’ampia scelta delle caratteristiche biologiche, fondata principalmente sulla salute, riuscendo a stabilire un contatto più acceso tra Agricoltore e consumatore.
Ma ciò che andrebbe tenuto più a mente, sarebbe niente poco di meno che la presenza di Marcia Theophilo: presentata dal giornalista e scrittore Fabrizio Carbone, la poetessa brasiliana, candidata al Nobel per la Letteratura, ha raccontato la sua battaglia per salvare l’Amazzonia, favorendone l’ambiente naturale e gli indios, leggendo infine le sue poesie in lingua originale.
Ma sono stati soprattutto i lungometraggi e i cortometraggi, ad essere i sacri padroni della Manifestazione della Biodiversità: da The Bio Da Versity Code, una breve parodia animata del Codice Da Vinci, fino a La flor mas grande del Mundo, che manda un messaggio importante non solo ai bambini, per la scoperta, sul coraggio e l’altruismo che dovrebbe essere spesi nella vita, ma soprattutto è un messaggio per gli uomini e le donne che, contro ogni logica, mettono in discussione il proprio posto nel mondo.
Ancora tanti altri i titoli in concorso: The Age of Stupid, del regista McLiber e del produttore del film premio oscar “One Day in Sepptember”, Colours at the End of The World, che tratta lo sfratto di una coppia di agricoltori dalla loro casa, per responsabilità del gruppo della Benetton, senza contare Going North (Vie di Fuga dal riscaldamento globale), che ci rammenta come la terra sia in crisi, tramite un’indagine scientifica, presentando lo studio di altri pianeti ed i modelli climatici che conferiscono una migliore comprensione del cambiamento attuale che stiamo subendo, pian piano.
L’evento di chiusura, con il nome dei vincitori, ha visto una giuria composta dal regista Citto Maselli, dal Biologo-Bioversity International Jeremy Chefars e il regista Danilo Licciardello, con un finale spettacolo musicale a cura dei Bad Luck Rappers, una band prettamente politica composta da quattro ragazzi, provenienti dal campo profughi Deheishah. Con loro, che hanno scelto il rap come strada per creare un cambiamento e uno sviluppo, nella loro consapevolezza politica, comprendiamo come manifestazioni del genere siano in grado di aprire gli occhi della gente di tutto il mondo, molti della quale si sono già predisposti per dire basta ai soprusi contro la nostra stessa Terra, linfa vitale.
Alessia Grasso
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