Ferzan Ozpetek: la passione di un regista
E’ difficile trascrivere sulla carta le mille sfaccettature di un uomo, quasi impossibile poi imprimervi i nodi dell’anima di un regista complesso e profondo come Ferzan Ozpetek.
L’unico rimedio è accettare i limiti, ascoltare la sua voce rinunciando alla pretesa di realizzare una canonica e schematica biografia.
Ci ha provato la giornalista Laura Delli Colli nel libro-intervista Ferznan Ozpetek. Ad Occhi aperti: una specie di stream of cosciusneess che utilizza la tecnica della domanda aperta per lasciare che siano i ricordi, le passioni dello stesso regista a parlare.
Ci proviamo noi di MArteMagazine che incontriamo il regista turco alla libreria Feltrinelli di Bologna in occasione della presentazione del libro…
Nelle prime pagine della biografia-intervista sono presenti testimonianze di attori con cui ha lavorato, cosa rimane del legame instaurato durante le riprese?
Io e Stefano Accorsi ci conoscevamo fin dall’epoca in cui entrambi eravamo sconosciuti al grande pubblico. Sul set de Le Fate Ignoranti è nata un’amicizia che continua tutt’ora, lo sento quasi tutti i giorni!
Il legame con Serra Yilmaz (l’attrice turca che ha interpretato quasi tutte le pellicole del regista) è invece più burrascoso, ci scontriamo spesso a causa dei nostri rispettivi spigoli caratteriali, ma come succede tra fratelli, basta un attimo per ripristinare ciò che avevamo distrutto.
Posso dire di aver mantenuto rapporti veri e limpidi con tutti i professionisti con cui ho lavorato. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, non frequento le persone che non mi piacciono, le evito a priori…
Sono iniziate le riprese del suo nuovo film in Puglia, come mai ha deciso di allontanarsi dai luoghi della sua quotidianità romana?
Sentivo il bisogno di reagire all’atmosfera pesante che mi circonda, volevo creare un film piacevole, che fosse solare, ma allo stesso tempo celasse un messaggio forte. Ho scelto come ambientazione una regione splendida che ho iniziato a conoscere quando mi sono recato ad Otranto per ricevere un premio; in quell’occasione si è creata una sintonia particolare con il popolo pugliese, ma anche un forte legame con la terra stessa, resa magnifica dalle molteplici influenze di epoche differenti.
Se le proponessero di girare un film all’estero, cosa risponderebbe?
Ci sono state varie occasioni di fare un film in America, progetti che dopo mille riunioni sono sfumati. Uno in particolare mi aveva colpito: il remake di una pellicola europea che aveva come protagoniste tre donne. Non escludo la possibilità di girare all’estero magari in qualche isola greca, ma da trentatré anni vivo tra Roma e Istanbul, questo è il mio estero.
Un suo film, Il Bagno Turco avrebbe dovuto essere proposto agli Oscar per rappresentare la Turchia, cosa ne è stato?
Il film era stato scelto da una commissione poi, per motivi non del tutto noti, la proposta venne cestinata e una nuova commissione selezionò un’ altra pellicola…All’epoca mi ero sentito ferito.
La decisione era dettata dal tentativo di censurare alcuni dei temi trattati nel film, in particolar modo l’omosessualità?
Assolutamente sì, ovvio…
Da trentatrè anni vive tra Roma e Istanbul …Da cittadino e straniero al tempo stesso quali differenze nota tra la realtà italiana e quella turca?
In teoria non dovrebbe esistere alcuna differenza: non distinguo le persone in base alla nazionalità, tengo maggiormente in considerazione i comportamenti umani che possono essere giusti, sbagliati, ipocriti in ogni parte del mondo. Inoltre le notizie filtrate dai telegiornali e dai quotidiani italiani forniscono un’immagine distorta del mio paese d’origine, un’ immagine assai diversa dall’aria che si respira passeggiando per le vie di Istanbul: la Turchia,infatti, compie quotidianamente enormi passi avanti, nel paese si percepisce un inarrestabile stimolo all’azione e questo processo trasversale coinvolge anche i più svariati ambiti della cultura e dell’arte. L’ apertura di nuovi musei, l’interesse per il cinema e la rinnovata attenzione all’estetica e alla moda sono solo tre dei possibili esempi. Non solo la Turchia è assai più progredita di quanto gli italiani possano immaginare ma in alcuni casi è di gran lunga più avanzata rispetto alla stagnante realtà italiana…
In che modo il resto del mondo oggi vede l’Italia?
Per lavoro viaggio spesso e quotidianamente mi scontro con punti di vista differenti.
L’Italia fino a poco tempo fa rappresentava il buongusto, il centro propulsore delle arti, la capitale della Moda e del grande cinema, ora non è più così e me ne rammarico. All’estero ho sempre rappresentato l’ Italia non la Turchia, e sempre più spesso mi vengono rivolte domande che si trasformano in veri e propri attacchi contro un intero Paese, domande che sono un triste stimolo di riflessione sulla mutata percezione della nostra penisola all’estero.
La futura adesione della Turchia all’UE ha incontrato forti resistenze, ritiene ci sia un motivo di fondo?
Premesso che l’Europa non è una questione di confini poiché anche in Francia o in Italia ci possono essere comportamenti al di fuori del concetto europeo, penso che dietro alle titubanze si nasconda ancora una volta il fattore religioso. O forse una paura ancestrale che deriva, a livello più o meno consapevole, dal terrore seminato in passato dall’impero ottomano. Quando mi sono recato ad Otranto per ritirare un premio, il sindaco che mi accompagnava nella visita di una cattedrale indicando i teschi mi ha detto ridendo: –Ecco questi sono le teste tagliate dagli ottomani!- (ride n.d.r.)
Nel film Cuore Sacro attraverso uno sguardo pluralistico abbraccia la tematica religiosa, perché questa necessità?
Cuore sacro era il tentativo di unire le religioni, il punto in cui confluivano fedi differenti. Oggi non sento la spiritualità nelle parole dei grandi religiosi maggiormente impegnati ad imporre divieti piuttosto che ad offrire risposte alle inquietudini umane e alle sofferenze. Ne risulta un notevole paradosso: le grandi religioni del mondo contemporaneo discutono animosamente di questioni prettamente materiali o almeno io non percepisco un’attenzione a certe tematiche meno concrete. Ho maturato una visione particolare della spiritualità: ne Le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar viene descritto un uomo che, prima della nascita di Cristo, rimane senza religione, a contatto con la natura. Questo è l’uomo che mi interessa, quello che cerca di capire il significato dell’ esistenza e di conoscere se stesso. Oggi poi ho molti dubbi…e sono anche di pessimo umore (sorride n.d.r.)!
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