Veronica Tinnirello, Gli angeli vanno a dormire presto
LIBRI- I personaggi della prima prova da autrice di Veronica Tinnirello sono ombre non approfondite. Queste figure incomplete e sempre in cerca di quella parte mancante non hanno un vero motivo di esistere nella storia, anche per questo l’autrice li tratta senza cura. Personaggi marginali che non devono diventare protagonisti, nessuna preoccupazione sull’analisi psicologica.
Lo spazio stesso in cui si muovono ha una valenza maggiore rispetto a loro. I luoghi non danno ragione di esistenza dei personaggi, li lasciano senza motivazioni, non danno appigli e mancano di una direzione e di un percorso, in cui riuscire a dare un senso al racconto e alla storia.
In un testo dove ogni parola è modellata senza la necessità di rivelare nulla, queste figure blande hanno dialoghi di difficile comprensione e scollegati tra loro. Il sesso, la vita e anche la morte non sono mete o componenti della stessa storia, sono le realizzazioni di incubi.
Eppure, questi personaggi, riescono a legarsi al lettore, perché la scrittrice ha la capacità di trattare di una materia strana e pericolosa che è quella del sogno. Rinuncia al racconto, per sperimentare una corsa veloce che è, appunto, la materia dei richiami psicologici di paure e turbamenti, di aspirazioni e di desideri.
La privazione di senso immediato della storia è dovuta ad una scelta coraggiosa di questa giovane autrice, vincitrice della scorsa edizione del MArteLive, che non racconta semplicemente storie assurde o paradossali, piuttosto si cimenta in un’analisi di quel confine che esiste tra l’arte e la realtà.
“La cicciona vestita da suora posa secchio e straccio , sta a braccia incrociate come se aspettasse qualcosa. Tutti guardano come se aspettassero qualcosa […]” tutte le scene esprimono un’attesa e tutti gli eventi narrati presuppongono un proseguo. La Tinnirello non accontenta il lettore, lo lascia con la stessa sensazione di quando ci si sveglia senza aver finito un sogno. Alla chiusura di un racconto, infatti, il desiderio è quello di trovare nel seguente la spiegazione del precedente, con la stessa irragionevolezza di quando pretendiamo di far proseguire una visione notturna mentre il giorno deve portarci altrove. Quello che l’autrice riesce a fare è ricondurci in uno spazio così liminare senza neanche farcene rendere conto, riportandoci le stesse sensazioni.
Le domande a fine lettura rimangono, come alla chiusura del libro permangono nella memoria le immagini così ben descritte, che appaiono inutili nella costruzione del racconto, ma fondamentali nella ricostruzione di un storia mancata ed inesistente. Senza nessuna volontà di trovare spiegazioni la Tinnirello approfondisce una materia sottile “si lascia alle spalle corpi che tutto fanno, tutto subiscono, muoiono più volte ma a differenza dei semicadaveri hanno innata la capacità di auto ripararsi.” I suoi personaggi vivono e rivivono, perché non hanno nessuna presunzione di essere reali, nessuna presunzione di dare motivazioni della loro esistenza, ci sono perché sono fatti di quella materia strana che ci tormenta e ci fa svegliare con tante domande.
Veronica Tinnirello ha una formazione umanistica e teatrale, in questa raccolta dimostra di superare entrambi i suoi percorsi, trovando nella scrittura un senso tutto suo con delle ragioni che prescindono dal resto. Questo primo libro si può definire certamente una prova di coraggio ben riuscita.
Veronica Tinnirello, Gli angeli vanno a dormire presto, Coniglio editore, pp 64, € 5,00.
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