L’arte negli Alagados de Salvador de Bahia
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Questa che vi racconto è una bella storia che ha l’arte come protagonista.
Assieme abbiamo visitato gallerie istituzionali e piccoli spazi con le pareti occupate dai lavori di giovani artisti, stavolta andiamo in Brasile negli Alagados, grazie ad una mostra fotografica che ha avuto corso fino al 3 maggio 2009 alla Casetta Rossa Magnaghi della Garbatella a Roma, e che racconta in un reportage fotografico i graffiti nelle favelas.
Si tratta della cronistoria del lavoro di un gruppo di artisti denominato Nova10ordem, che hanno realizzato dei graffiti sulle pareti di ciò che rappresenta la povertà, e l’indigenza: le favelas.
Il gruppo di artisti si è costituito con il supporto e l’aiuto dell’ICBIE, Istituto di Cultura Brasile Italia Europa, che ha sede a Ribeira e che va avanti nel suo lavoro con l’impegno e il lavoro dei volontari. Lavorando assieme, artisti e volontari, hanno dato vita ad un progetto desueto che per questo ha ancora maggiore valenza.
Si pensa che l’arte debba contenere sempre un messaggio di ricerca o che la tecnica sia il fondamento della stessa, tecnica e ricerca in realtà sono solo strumenti, come in qualsiasi forma di comunicazione, e si deve creare il presupposto per esibirsi in più spazi possibili, così da creare quello che è il vero stupore dell’arte: l’inatteso e il riconoscimento!
I colori delle persone che vivono negli Alagados sono riportati sulle pareti delle loro stesse abitazioni, se in tal modo si possono definire, e sono raccontate dalle foto. Quei graffiti non cambieranno la vita e le esigenze di chi vive in quei luoghi e possono apparire assolutamente privi di ogni praticità, quei colori, però, sono l’espressione di chi li vive quei disagi, che ha trovato il modo per raccontare di sè e della propria condizione, anche a se stessi, dimostrando che si è altro.
Questo gruppo di writers ha come sua prima esigenza quella di spiegare che in ogni luogo c’è colore e c’è vita da raccontare. Perché ciò accada ci deve essere qualcuno che si impegni affinchè ciò si possa realizzare. ICBIE è un luogo in cui i volontari italiani si sforzano, nonostante le innumerevoli e plausibili difficoltà, a far uscire il meglio in una situazione di grave disagio.
La morale della storia è molto semplice: si può e si deve fare arte ovunque, si può e si deve usare l’arte come mezzo di comunicazione, perché è stato uno dei primi nostri linguaggi e allontanarsene è innaturale! Il gusto del bello e del rappresentativo ci appartiene in quanto identità uniche in un contesto sociale. Allora, mi preme rendere merito agli artisti, ovviamente, ma ancora di più a chi rende possibile che esistano degli artisti! Riportare un essere umano a produrre arte quando i diritti fondamentali del vivere gli sono negati è un impegno che merita il plauso di ognuno di noi. Inoltre i volontari dell’ICBIE hanno il merito di aver presente che l’umanità si acquisisce o si riacquisisce non solo rispondendo alle prime e pratiche esigenze, ma anche a quelle dello spirito e che questo percorso aiuta a migliorare l’uomo.
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