Savino Zaba: l’Ottovolante
Musica e comicità sono le armi vincenti di Ottovolante, il programma radiofonico di Radio 2 Rai che va in onda sabato e domenica dalle ore 8 per poi replicare, sempre di Domenica, alle 13.35. La conduzione è affidata a Savino Zaba, un giovane pugliese di Cerignola, che dopo i trascorsi in diverse emittenti radiofoniche locali prima e nazionali poi, è approdato nel tempio della Radio Italiana di via Asiago, 10.
Il Format della trasmissione è semplice: accostare comici e cabarettisti con ospiti musicali senza dimenticare il fattore “ingenuo” che si verifica nel momento in cui il comico di turno prende in giro l’anchorman. Una tecnica molto utilizzata nel mondo televisivo in trasmissioni come Zelig, ma in radio assumono una immediatezza sognante che non ha nulla a che vedere e nulla da invidiare allaTv. Sentiamo Zaba cosa ci ha detto al riguardo…
Iniziamo con le tue radici. Quanto influisce nella tua personalità da conduttore l’essere pugliese? Quali sono state le difficoltà per emergere in questa professione?
Sono molto legato alla mia terra. E’ dalla “California d’Italia”, come mi piace chiamarla, che ho iniziato a muovere i primi passi e a forgiare il mio “carattere artistico”. Chi nasce nelle province del Sud deve triplicare le proprie forze per provare a farcela, anche se questo aspetto alla lunga può rivelarsi un vero punto di forza.
La tua trasmissione vuole combattere con “quasi” le stesse armi il successo di show televisivi come Zelig. In questo caso vi è stata una sublimazione di generi al contrario. Mentre una volta era la televisione che copiava dalla programmazione radiofonica adesso si sta provando a fare il contrario. Pensi che tale formula sia vincente oppure si potrebbe parlare di una nuova era del fare Radio?
Ottovolante è un format radiofonico piuttosto originale, è l’unico che mette a disposizione un catalogo comico tra i più nutriti del panorama. E’ uno show dal vivo, con tanto di pubblico e la scommessa più grande è quella di far ridere gli spettatori presenti e soprattutto quelli a casa. Non tutta la comicità “passa” attraverso la radio. Infatti, vince chi più lavora di testo. “Ottovolante” e “Zelig” si muovono sulle stesse corde, ma trasmettono su due mezzi differenti, la radio e la tv. E non è poco.
Come è nata la collaborazione con Marco Terenzi?
Lavoriamo insieme da nove stagioni, da quando conduco Ottovolante, siamo sintonizzati sulle stesse frequenze e ci stimiamo reciprocamente. Credo che Marco sia uno dei più bravi autori comici in circolazione. E’ uno di quelli che scrivono tutti i giorni.
Quanta comicità c’è nella musica e quanta musica c’è nella comicità?Musica e comicità: è un connubio davvero storico, sono tanti i comici che si divertono suonando e cantando, quelli che potremmo definire i “musicomici “. Anche nella musica importante “non si scherza”, Elio e Le Storie Tese, Skiantos…e mille altri.
Quali generi musicali ascolti?
Mi piace il rock, i miei gruppi preferiti sono: Dire Straits, gli U2, i Jethro Tull, i Depeche Mode. Adoro i cantautori come De Andrè, Gaber, Tenco, Modugno. Certo però, occupandomi di musica, sia in tv che in radio, ascolto davvero di tutto.
Cosa ne pensi dell’attuale panorama musicale italiano?
E’ un panorama in continuo fermento, ci sono tanti talenti ognuno con caratteristiche differenti. Una citazione va alla scuola romana dei Silvestri, Gazzè, Fabi, Tiromancino, Sinigallia, Cristicchi. Ma come non citare i Subsonica, i Negramaro, Caparezza. Tutti però hanno un problema in comune: la crisi del disco, non si vende più!
Ti trovi più a tuo agio in Radio o in Televisione?
Mi trovo bene in entrambe le situazioni pur essendo molto diverse tra loro. Artisticamente nasco prima “radiofonico”, quindi quando vado in tv porto inevitabilmente con me il linguaggio e il timing tipici della radio. Spero siano un valore aggiunto. Della tv mi colpisce l’enorme potere di seduzione che esercita sugli spettatori, d’altronde la visibilità che ti dà non ha eguali.
Grazie alla tua determinazione e temerarietà sei riuscito a fare delle tue passioni un mestiere, cosa consiglieresti alle persone che vorrebbero intraprendere la strada del conduttore, tenendo conto che, soprattutto per quanto riguarda radio e tv pubblica, il ricambio generazionale è quasi inesistente?
In tv aumentano le opportunità professionali, grazie ai nuovi canali satellitari, ma è sempre molto difficile trovare spazio. Ad ogni modo, chi ha un sogno deve provare a realizzarlo, con tutte le proprie forze: impegno, dedizione, sacrificio e tanto studio lo porteranno lontano.
Se poi la fortuna ogni tanto si fa viva, il cocktail del successo è bello che fatto! Dimenticavo: no falsi alibi, no autocommiserazione.
Il tuo strumento del mestiere è la voce e di recente hai anche partecipato al doppiaggio del film d’animazione La luna del deserto, come ti è sembrata questa esperienza?
Ho già fatto del doppiaggio e continuo a farlo con la pubblicità. Questa, però, è stata un’esperienza divertente, soprattutto perché condivisa con tanti miei amici “conterroni”. Come dimenticare il pomeriggio in sala di incisione con Michele Placido e Attilio Romita: il primo sicuro di sè, l’altro alla prima esperienza da attore-doppiatore…che ridere!
Partecipi attivamente anche alle iniziative di Amnesty International, come vivi questo periodo non certo felice a livello planetario? Cosa ha l’uomo di sbagliato?
La violazione dei diritti umani è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Nella gran parte del mondo, Italia compresa, c’è ancora molto da fare per garantire uguali diritti e dignità agli esseri umani. Cosa ha sbagliato l’uomo? Mutuo una storica citazione di Jimi Hendrix per racchiudere un concetto: “Quando il potere dell’amore supererà l’amore per il potere si avrà la pace“.
Come ti vedi tra 20 anni?
Spero come oggi, io mi vedo più giovane di quando avevo 20 anni. Scherzi a parte, spero di migliorami come professionista e come uomo, mi auguro di continuare a fare quello che faccio (e anche di più!) e di essere un buon padre.
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