Dario Falleti, La virtù del cerchio
LIBRI- Un romanzo poliziesco con implicazioni spionistiche, quello di Dario Falleti, La virtù del cerchio, chimico alla sua prima esperienza letteraria.
Un romanzo che richiama il noir della tradizione e, al contempo, sposa il filone che recentemente ha preso in prestito ambientazioni e personaggi del Vaticano, per lo sviluppo della story. Alla maniera tutta italiana, però, di raccontare una storia rendendo la caratterizzazione dei personaggi il più realistica possibile e popolare, nel senso di: il più simile possibile al lettore medio che potrebbe trovarsi tra le mani il volume.
La storia si sviluppa su di un omicidio, avvenuto in un appartamento di via Ottaviano a Roma. La vittima, distesa su un fianco con due fori da arma da fuoco nella schiena, viene identificata con Giovanni Proda, vescovo in pensione e studioso di arte etrusca. Nell’elegante studio dove viene rinvenuto il corpo, tutto appare in ordine. Il commissario Negroni inizia le indagini. Fin da subito, il commissario rivela caratteristiche non comuni in un personaggio di questo tipo. La spiccata, quasi fisiologica, ironia – a volte venata di tonalità amare e spesso rivolta a se stesso, in una riuscita combinazione con lo stile della scrittura – , l’insolito livello culturale, l’atteggiamento di razionale distacco rispetto ai fatti e, in generale, rispetto alla vita, delineano un’immagine particolarmente concreta e vicina alla realtà sia dell’uomo che del poliziotto. E saranno proprio questi tratti personali, all’apparenza meno determinanti nell’economia delle vicenda che, uniti a una singolare capacità investigativa, consentiranno al disincantato commissario di risolvere brillantemente un caso che traffici illeciti e macchinazioni dei servizi segreti rendono sempre più intricato.
Il commissario Negroni ci ha ricordato una specie di moderno Nero Wolf, caustico, ironico e capace di risolvere gli enigmi con la sola forza delle sue capacità investigative, oltre che con una certa conoscenza degli ambienti criminali della Capitale e della provincia. Ambientazioni davvero riuscite, quindi, sia nelle descrizioni che nelle interazioni tra i personaggi, caratteristici e caratterizzanti.
Il libro non punta sull’effetto della rivelazione del colpevole, ma su tutta una serie di colpi di scena investigativi che per tutto il libro, come in una sorta di labirinto di matrioske, ci condurranno ad un finale tutt’altro che a sorpresa, ma che ci lascia in bocca un senso di compiutezza e logicità.
Il Falleti alla sua prima fatica letteraria, dà quindi una buona prova di sé, lasciandoci assaporare un romanzo interessante, ironico, che lascia intravedere un universo culturale davvero interessante e ricco e che risulta quindi godibilissimo ai più, lasciandoci anche godere di divertenti gag tutte romanesche, che sono davvero una chicca.
Da leggere perché…L’intrico della trama si dipana bene, senza intoppi o forzature, il personaggio del Commissario Negroni è davvero affascinante e l’ambientazione archeologica, tra Vaticano e servizi segreti americani, ci lascia una spystory non originale, ma almeno logica e possibilista.
Dario Falleti, La virtù del cerchio, Il Filo Editore, pg 274, € 16
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