Tele- Visione
Marshall McLuhan, luminare delle comunicazioni di massa, l’ha definita un mezzo ma anche “il” messaggio; Karl R. Popper, ne ha parlato come di una “cattiva maestra”; ed Enrico Ghezzi ha alluso al fatto che i “mezzi” come questo avvicinano sempre più, ma che gli individui comunicano sempre meno. Tutti concordano nel dire che è stata una delle più innovative invenzioni del secolo scorso, che ci ha addirittura dato l’illusione di creare quel famoso villaggio globale che il luminare di cui sopra aveva così lungamente anticipato.
Di cosa stiamo parlando? Ma della televisione, ovvio! L’incontrastata regina del salotto (ma anche della cucina, della camera da letto, del tinello e del bagno…) che a tratti sembra un moribondo da riesumare e a tratti un mostro da distruggere.
Il panorama mediatico moderno, sia esso televisivo, giornalistico, o anche radiofonico, sembra sempre più che si stia costruendo una porzione di spazio diversa da quella per il quale era stato creato, tanto è vero che ormai tutti concordano nel dire che della vecchia Tv nostrana, quella generalista, educatrice indefessa, non è rimasto che un mucchio di ceneri, dalle quali è risorta come uno zombie: ombra di se stessa e dei programmi che furono.
Non staremo certo a dirvi che le trasmissioni a sfondo culturale di una volta erano molto meglio di quelle di adesso, perché saremmo ingiusti e anche un po’ ossessivi nei confronti del progresso che il mondo della comunicazione ha perseguito negli ultimi vent’anni, però vi vorremmo far notare che, nonostante tutto, le cose più belle che la nostra televisione ci può offrire non vengono quasi mai portate all’attenzione dei più, ma vivono una vita notturna da allodole del terzo millennio, mentre tutto il resto, vuoto che riempie un altro vuoto ben più grande, finisce per riempire quasi la totalità del tempo delle nostre casalinghe scatole magiche.
Fa impressione vedere l’arte che si esibisce in tv e fa impressione vedere come le persone, per un minuto di notorietà (c’è anche chi ha sostenuto che si esiste davvero solo se si può essere visibili in una trasmissione televisiva), sarebbero disposte a qualunque cosa. Il risultato è quello che è: una sequela interminabile di reality che prendono l’arte e la mettono da parte. Mentre, magari, esistono programmi culturali, artistici, musicali, serissimi che decollano a fatica (soprattutto la nostra, visto l’orario terrificante in cui li mandano in onda!).
Ragazzi cari, la realtà è sempre quella: il mezzo televisivo è una risorsa che se usata a dovere ci permette di conoscere realtà lontane, o anche solo diverse, basterebbe solo che si potesse farne un uso in orari normali, con stacchi pubblicitari normali. Voi che ne dite?
Noi da amanti conoscitori di musica ci permettiamo di consigliarvi due contenitori di musica molto interessanti che sono sopravvissuti alla dura legge dello share grazie al tam tam popolare dei giovani: Music@, su RAI 1, in onda tutti i sabati dalle 24 e Scalo 76, su RAI 2, in onda il sabato pomeriggio in contemporanea mediatica con il talent show Amici di Maria De Filippi. Ugualmente vi invitiamo a dare una controllatina al satellite o alle varie Pay Tv, con la speranza che lì, anche se o proprio perché pagando, ci possa venire offerta una scelta più ampia e più rigorosamente controllata di programmi interessanti, divertenti e geniali. Altri sprazzi di genialità ce li aspettiamo dal mondo incontrollato della rete, dove viviamo anche noi, tra l’altro: il net- popolo sembra avere spesso una marcia in più…
Avete visto mai che magari la prossima stagione qualche folletto simpatico si deciderà a presentarci al posto di qualcuno di quegli orribili quiz serali di cui ne abbiamo davvero piene le “scatole” un vero programma culturale a sfondo artistico con dei contenuti interessanti ed innovativi?…In fondo, quando si impara l’arte non si può decidere di metterla da parte per sempre, no?!