La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo
[L’ILLETTERATA]Nell’ultimo afoso periodo mi è capitato di imbattermi in un romanzo davvero particolare. Mi ha colpita molto, anche in relazione al nostro tema di questa settimana che |
riguarda il rapporto tra arte e televisione, perché sembra avere quasi la struttura di uno di quei film che raccontano le storie in parallelo tra flash back e presente, in un continuo crescendo di momenti che viaggiano in linea retta e in movimento circolare, richiamando il lettore/spettatore, ignaro, in una storia che lo renderà elemento portante del circuito, lo incuriosirà e lo intrappolerà senza rimedio. Una sorta di visione letteraria raccontata per fotogrammi di vita, dove le immagini diventano parole e la parole una spirale di emozioni non trattenute.
L’autrice si chiama Audrey Niffenegger, artista visiva e professore al Columbia College Chicago Center for Book and Paper Arts, e quello di cui stiamo parlando è il suo romanzo d’esordio, dal titolo emblematico de La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, edito dalla Oscar Mondatori.
La storia si sviluppa nell’arco di circa quattro decenni, fatto salvo il finale che ci riserva la conoscenza della protagonista ormai anziana. La trama racconta di Clare che incontra Henry per la prima volta quando ha sei anni mentre lui le appare come un adulto di trentasei nel prato di casa. L’attrazione è istantanea.
Lo incontra di nuovo quando lei ha vent’anni e lui ventotto. Clare gli dice di sapere tutto di lui, mentre Henry non l’ha mai vista. Sembra impossibile, ma è proprio così. Perché Henry DeTamble è il primo uomo affetto da cronoalterazione, uno strano disturbo per cui si ritrova a viaggiare nel tempo. A volte sparisce per ritrovarsi catapultato nel suo passato o nel suo futuro ed è proprio così che incontra quella bambina destinata a diventare sua moglie quando di fatto l’ha già sposata, o che conosce sua figlia prima ancora che sia nata…
La storia va avanti in una marea di incontri, fatti e misfatti che, lentamente conducono il lettore in un marasma temporale alterato in cui, piuttosto che seguire in linea retta l’evoluzione degli eventi siamo costretti, volta per volta, a chiudere cerchi concentrici che ci rimandano al senso stretto dei fatti. E’ davvero una formidabile storia d’amore quella che ci conduce verso la parola fine del romanzo, forse, e questo non lo dico solo perché sono un’inguaribile romantica, proprio una di quelle storie dolci, struggenti, condite così bene della realtà dei rapporti, che sembrerebbe quasi possibile viverle, una volta o l’altra. A parte i viaggi nel tempo, razionalmente parlando. Di quelli ci rimane l’infantile memoria o l’intenso desiderio che un giorno possano essere possibili, soprattutto per poter così soddisfare quell’innato desiderio di conoscere la verità su fatti misteriosi o lontani di storia o di vita privata.
Bisogna davvero dire che prendendo tra le mani questo romanzo ci troviamo a toccare un universo letterario originalissimo e sorprendente che, negli Stati Uniti, ha raggiunto il successo con oltre un milione di copie vendute grazie al solo tam-tam dei lettori, stregati da questa delicata quanto imprevedibile storia d’amore.
Ve ne consiglio la lettura, suggerendovi di lasciarvi intrappolare dalle parole senza opporre resistenza alcuna: non ve ne pentirete…
(A. Niffenegger, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, Mondadori, pag. 503, € 9.40)
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