Sette motivi per non amare il rugby
[LE PROUDERIE]
Il rugby mi ha proprio rotto. E mi risulta facile offrirne opportune motivazioni: Questa cosa dello sport leale, del gentlemen agreement che regna sovrano tra gli atleti, mi pare una gran fesseria. Anzitutto perché non ci credo. In secondo luogo perché se in campo fosse realmente come ce la raccontano, allora ci sarebbe per davvero da fare harakiri con lo sfilatino crudo e montasio;…
2) Quando sento dire che il rugby è lo sport “nobile” mi viene da vomitare. Non ne capisco la ragione, ma, soprattutto, sono un fervente anti-monarchico, ragion per cui ogni cosa o persona associata al concetto di aristocrazia determina sulla mia epidermide una fastidiosissima orticaria;
3) Nel rugby non gira gnocca. E non parlo di qualche occasionale sbarba dai tratti vagamente albionici che ogni tanto passa da quelle parti. Mi riferisco alle tope, quelle vere. Quelle che non ti degnano di uno sguardo, ma hanno tacchi a spillo di almeno dodici centimetri, gambe lunghe ed affusolate e seno rifatto. Ma fatto “comediocomanda”;
4) Questa associazione libera tra rugby e birra, nonché tra rugby e stile di vita britannico è davvero fuorviante;
5) Le regole del rugby sono incomprensibili. Si, ok, mi pare chiaro che bisogna arrivare alla metà. Ma questo l’abbiamo capito per analogia con il football americano. Questa cosa della “touche” e della “mischia”, però, non ha alcuna spiegazione logica;
6) Le riviste sportive sono ormai talmente zeppe di rugbisti nudi, che non c’è più posto per le modelle senza veli.
7) L’Italia non vince mai.
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Eva Kent, Le Prouderie, martelive, martemagazine, Porfirio Rubirosa, Rubrica LE PROUDERIE a xura di Porfirio RubirosaRugby, Rubriche