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Qualche nuvola, regia di S. Di Biagio

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qualche-nuvola-la-locandina-del-film-243039Diego è nato in uno di quei quartieri popolari ai margini della città, dove puoi scegliere solo tra due strade. La prima è quella del lavoro duro e del sapersi accontentare. La seconda è quella dei piccoli furti, dello spaccio e poi chissà.

Diego (Michele Alhaique) ha scelto i mattoni, il cantiere, ha scelto di sudare, niente sorprese. Ha scelto Cinzia (Greta Scarano), perché sono cresciuti insieme, nello stesso condominio, sullo stesso pianerottolo. Per Cinzia la strada da scegliere è una sola, chiara e sicura da quando è bambina: fare figli, sposarsi, accudire la casa. Questo passo, che potrebbe sembrare un fatto privato, non lo è in borgata dove si condivide tutto, anche la vita degli altri. Così una schiera di parenti, amici e vicini di casa si accinge a dare una mano, a commentare, a consigliare e sconsigliare. Tutti insieme per il matrimonio che si deve fare.
Come sempre, però, quando tutto sembra perfetto, arriva l’imprevisto che cambia la vita. In questo caso l’imprevisto si chiama Viola (Aylin Prandi) ed è la nipote del capo di Diego. I due si conoscono quando il ragazzo, per guadagnare qualche extra, le ristruttura l’appartamento e conquistato dalla bellezza e dalla sensuale ingenuità della ragazza finisce per incrinare il suo solido rapporto con la storica fidanzata. Così tra vernissage e locali del centro storico, Diego perde di vista le sue priorità, l’attrazione nei confronti di Viola, infatti, riesce a materializzare ben più di “qualche nuvola” nella sua mente.

Il film è ambientato al Quadraro, uno dei quartieri popolari più belli ed emblematici di Roma e racconta le differenze di classe (non disdegnando qualche critica) e caratteriali dei tre protagonisti. Viola rappresenta quello status irraggiungibile per Diego, una novità che rompe la routine di una coppia ormai consolidata e oltrepassa le barriere del quartiere, Cinzia invece, rappresenta la sicurezza, quel sentimento puro e incondizionato che caratterizza i primi amori.
Tra gli attori spiccano Greta Scarano, bravissima nell’essere riuscita a mixare perfettamente il ruolo di fidanzatina storica di periferia che vede nel proprio ragazzo il principe azzurro e di moglie già frustrata ancora prima di sposarsi, rassegnata a vivere una vita già decisa (dall’ideale utopico di moglie e madre che ricorda tanto gli anni ’50), e Michele Alaique, che regala un’ottima prestazine rendendo il personaggio di Diego autentico e credibile (viene automatico chiedersi perché non lo si vede più spesso sullo schermo).
Inoltre non si può non elogiare l’interpretazione di Giorgio Colangeli (il padre della sposa), che con la sua interpretazione del Sor Umberto ripaga anche da solo l’intero prezzo del biglietto.
Il primo film di Saverio Di Biagio fa venire in mente Poveri ma Belli di Dino Risi con l’unica differenza che mette in bella mostra i vizi e le mancanze di un’umanità schizofrenica che predica bene e razzola male.
È questo il cinema italiano che ci piace vedere, divertente ma di spessore, che non lascia lo spettatore a ridere passivo davanti allo schermo ma lo accompagna a casa con qualche riflessione in più e senza mai appesantirlo.

Alessia Tondi

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