Sigurtà e Filippini: un ammaliante viaggio
ROMA- Venerdì 20 aprile presso la sala Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, Fulvio Sigurtà e Claudio Filippini hanno presentato il loro nuovo lavoro Through the journey, supportato dalla CamJazz e registrato presso i Bauer Studios di Ludwisburg in Germania.
Fulvio Sigurtà, che con la sua tromba è stato eletto Top Jazz 2011 per “miglior nuovo talento” e Claudio Filippini già rivelazione pianistica con l’album The Enchanted Garden, hanno affrontato quello che definiscono “un viaggio tra amici” con relativi ed inevitabili momenti positivi e non, da condividere reciprocamente.
I due, da anni tra i più richiesti giovani talenti del panorama nazionale riescono a compiere questo viaggio nonostante l’impegno al fianco di grandi nomi della musica. Mantengono infatti l’indiretta promessa svelata dal programma di sala e ci accompagnano in un luogo altro, personale, in cui il loro linguaggio sonoro è protagonista di emozioni pure, silenziose e sincere.
Through the journey è il titolo del loro nuovo album e queste mie parole vogliono dirvi che, oltre ad essere un viaggio per gli artisti, diviene un viaggio per l’ascoltatore, che non ha bisogno di quella concentrazione a volte complicata e scomoda per seguire il “silenzioso” filo della musica.
Dicono di non sapere più da dove sono partiti o dove arriveranno, ma, prevedibilmente, in situazioni del genere ciò che conta è muoversi, andare, grazie ad un arte che nonostante l’oppressione che subisce in questo momento storico, ha le possibilità segrete del cuore, dell’emozione che per fortuna nessuna potente autorità potrà mai eliminare.
Coinvolgente, ma privo di fuorvianti pretese tecniche, il suono è ricercato, pulito e ammaliante, senza tralasciare quel pizzico di sperimentazione che forse avrebbe potuto essere ancor più approfondita e supportata grazie a quegli artifici strumentali che loro definiscono”aggeggi”.
Parola chiave di questo viaggio è “fluidità”. Fluidità per un duo che, consapevole del rischio che una formazione del genere può correre, mantiene il livello energetico e tecnico in maniera eccellente.
Autori oltre che interpreti dell’album presentato venerdì, i compositori hanno eseguito anche due standard che, previa spiegazione forse in alcuni momenti non necessaria, erano pertinenti al discorso itinerante da loro realizzato, sia per motivazione emozionale che per piacere tecnico di esecuzione.
Il fruitore, accomodatosi in poltrona, è pronto per addentrarsi in un’atmosfera eterea, elegante e raffinata che, nell’imponente luogo che li ospita, cioè “Auditorium Parco della Musica”, è spesso difficile da trovare. Perciò complimenti all’energia che viene regalata allo spettatore, possibile grazie ad un meraviglioso mix di sonorità e consapevolezza proveniente da chi sa che sta celebrando qualcosa di estremamente delicato e fragile: la nascita di una nuova creatura.
Un’ora e venti di musica in cui non ho percepito il tempo cronologico che scorreva, davvero ottima sensazione nel post performance. In alcuni casi è piacevole pensare “Ma come, è già finita?”.
Giovanna Rovedo
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